Sono succede davvero troppe cose. Non è il luogo, non è il momento.
Mi ero anche scordata dell’esistenza di questo blog- compresi i post che avevo scritto. Ho anche scoperto di avere un blog gemello dedicato ai miei scarabocchi. Sempre meglio.
Stavo prendendo un caffè e scrivendomi con questi due amici per il giorno dopo, di non mangiare il solito panino. Quando le cose si sono fatte ancora più serie.
Giorno di quarantena numero boh,
Mi unisco a chi pensava fosse più papabile una Terza Guerra Mondiale o un collasso del delicato equilibro del pianeta, non di certo… questo. Adesso, a prescindere da tutto, continuo a pensare che la natura trova sempre un modo, è inevitabile. La cosa importante, oltre a cercare di uscirne alla meno peggio, è ottenere una lezione, qualcosa di positivo che spinga la gente a tirare fuori il meglio di sé. Una cosa che difficilmente mi si può levare dalla testa è la convinzione che gli esseri umani siano creature buone… non ci sto che non ci si stupisce più perché è più accettato il fatto di “essere cattivi”, che non “avere paura”… pensare che qualcuno crede che abbiamo paura spaventa, credo. Quindi preferiamo che si continui a credere che sì, l’essere umano sia cattivo.
La paura è alla base di azioni davvero terribili, da parte dell’uomo. Ne abbiamo molti esempi anche ai giorni nostri, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, dove il clima è incerto, non si capisce bene cosa si può fare o meno… si sente che manca la certezza di un domani.
Non è semplice, e personalmente penso che il problema si trovi alla base: organizzazione. Che purtroppo è spesso mancata nella gestione delle cose… sento gente urlare parole come “diritto” e “libertà”… per fare inconsapevolmente del male, nella paura di poter stare male, nel timore di… perdere, ciò che conoscono e hanno.
Se avessi le giuste carte in tasca, non sarei qui a scrivere questo post. Se avessi una o più soluzioni, userei meglio il mio tempo. Sono l’ultima persona che può parlare di organizzazione… ma forse, appunto perché non riesco mai a seguire una tabella di marcia, è facile riconoscere quando c’è una mancanza di organizzazione.
Riguardo a questo, un’altra paura che mi sento di trattare: informazione. Altra grande mancanza, in un tempo in cui si è sicuramente più facilitati, le fonti sono a portata di mano. Temo che manchi… la voglia, di cercare queste informazioni. Di documentarsi sulle cose, qualunque esse siano, manca. Ed è grave. La disinformazione o la mala informazione, porta alla propagazione di false notizie, che hanno il solo scopo di innestare shock e incertezza nella persona. Non sono di alcun aiuto, non portano l’individuo a ragionare, ma lo stagnano in un loop continuo di timore nella propria testa, in cui la persona si sente intrappolata.
Non sono un’amante dell’aria aperta, delle passeggiate… in sostanza il mio quotidiano personale in sé non è variato davvero, preferendo sempre un luogo chiuso e con poca luce, come ambiente, aiutata probabilmente che ciò che amo fare posso farlo ovunque. Ma comprendo che non è così per tutti, che il problema è che non sia una libera scelta.
Altrettanti sentono la mancanza della presenza fisica, di altre persone. Nonostante abbiamo mezzi che possono aiutare a diminuire questa distanza, ma ancora, temo che il problema risieda sempre che… non abbiamo deciso noi, questa lontananza fisica. Soprattutto, stare da soli con se stessi, è un cammino lungo e tortuoso che in tanti si sono ritrovati a percorrere- forzati dalla situazione attuale, quando dovrebbe essere una cosa graduale.
Vorrei inoltre spendere due parole per quanto riguarda il vaso di Pandora di Telegram con i gruppi spiacevoli e crudeli: sono contenta che la situazione sia in mano agli Anonymus, nonostante sia dispiaciuta che si sia arrivati a tanto (a partire dalla creazione di quei gruppi, e non solo), ma ancora… sappiamo che non è colpa della vittima, eppure quando lo sei si innesca un meccanismo che fa di tutto per superare l’accaduto, arrivando anche a darti la colpa da sola, tutto pur di arrivare ad una conclusione che puoi gestire- credi. Perché quando trovi il problema poi è più semplice risolvere, no? Quindi se dici che è colpa tua, okay, puoi chiudere l’episodio. No.
Non mi è mai capitata un’esperienza del genere, non sono mai stata molestata verbalmente, mentalmente, fisicamente. Nessuno mi ha mai seguita di persona, su un social o un’applicazione, arrivando magari a minacciarmi o cercando di ottenere qualcosa.
Ma non dite che sono fortunata. Non sono fortunata perché non mi è mai accaduto tutto questo, o peggio: è solo come dovrebbe essere. Se vengo considerata fortunata, significa che quegli episodi possono benissimo accadere, perché io posso dare una possibilità, che accadano. No, ancora, no.
Dobbiamo smetterla di dire ad una persona cosa deve fare e non fare, se vuole essere fortunata, ma iniziare ad educare ad una società più aperta, più amorevole, più pacifica. Essere pronti ad ascoltare. Il problema non sono io, cosa mi metto e che ora esco… ma cosa ha portato l’altra persona a sentirsi in diritto di agire come se potesse essere in controllo di qualcuno che non fosse se stesso.
Il mondo non si divide in maschio e femmina, il mondo non si divide e basta. Questo discorso, che ho iniziato con il triste evento che, in questo caso, è su Telegram, ma vorrei espandere, è rivolto a tutti.
Non è uno sfogo, solo il mio pensiero.
Visto anche che, ancora una volta, l’arte viene in aiuto e sto cercando di darmi una possibilità vera e propria, con vari progetti in cantiere… ho sempre così tanta roba per la testa, un continuo rumore e mi premuro rimanga tale, stavo giusto scrivendo la bozza per una storia della saga a cui sto lavorando. Quando mi si è accesa una lampadina e non ho saputo resistere, ho preso un nuovo foglio e iniziato a lavorare ad un’altra fanfiction su Star Trek.
Trovo… che sia okay, appoggiarsi a ciò che ci da ispirazione e lasciare che faccia il suo corso.
Non so quanto tempo passerà fino al prossimo post, ma ho finito il mio tea e adesso torno a scrivere, una storia che ancora non ha un titolo e a cui manca la scena finale- e una vera grammatica italiana.
Ps: apprezzerei davvero tanto una maratona di Terminator in televisione.