venerdì 25 aprile 2014

Aggiornamento eventi

Dovrei davvero creare un blog per i disegni. Ma non riesco ancora a tenere aggiornato questo nonostante tutto.
Allora. Facciamo un rapido punto della situazione...

Romics.
Come ad Ottobre, abbiamo riportato il gruppo della DC. E' stata una giornata emozionante contando sopratutto il fatto che eravamo questo gruppo super cool e colorato di undici persone, sopratutto per il fatto che ho incontrato due garlZ pucciose e amorevoli. 

Comics.
Ultimo anno che sta per finire, cosa posso dire?... non esistono parole suppongo ahahah. Forse solo il sangue potrebbe rengere l'idea. Mi sono resa conto da sola di mh del mio percorso, rispetto agli anni passati. Ci vuole parecchio tempo per arrivare a dire "questo è il mio stile", anni! Ma posso tranquillamente affermare di aver intrapreso la strada che sento mia. Per una volta... non mi sento come se stessi camminando sul prato tra due strade, su delle siringhe e pacchetti di sigarette. La pressione è alta, si alza sempre di più, ti porta a non dormire e se solo riesci a chiudere gli occhi, a svegliarti di scatto. Ti porta a voler quasi mollare... ma non smetti mai di disegnare. Di voler, disegnare. Perché non fare nulla, porta a nulla. Ed io preferisco sbagliare piuttosto che non fare niente. Non ho talento, predisposizione o qualunque altra cosa carina... è solo ciò che mi esce più naturale voler fare. 
Al momento c'è questa grande agitazione per i progetti di fine anno e per chiudere vecchie cose/sistemare vecchie cose... tante sensazioni tutte mischiate che è meglio non concentrarsi troppo su come ti senti ahahah. Non importa come ti senti o cosa tu stia passando: continua a disegnare! Continua a crederci, continua a provare. Sbaglia, e riparti da capo per andare avanti. Ascolta, leggi, esercitati, tieniti aggiornato su più eventi e avvenimenti possibili, informati su quanto più riesci... Credici. Occorre che ti ripeti più spesso di quanto credi, il motivo che ti ha spinto a iniziare. 
Tutto questo non mi demoralizza. Anzi, se succede che inizio a sentirmi uno schifo... lo trovo come l'ennesimo motivo per continuare, che tutto questo è giusto per me, per ciò che vorrei fare. 
Ho un totale rispetto verso le persone con cui ho condiviso e continuo a condividere quest'avventura. E spero di tenere i contatti con quanti più di loro.

Progetti di Fine Anno
Al plurale perché sono due storie. 
Mercato Americano o Italiano, e una volta scelto quale (in merito a varie cose) si opta o per la sceneggiatura gentilmente consegnata dall'insegnante (a cui è stata cedua dallo sceneggiatore che l'ha messa a disposizione per poter essere usata), oppure la storia personale, quindi una sceneggiatura scritta dallo studente stesso.
Poi il secondo lavoro è per il Mercato Francese, e il procedimento è lo stesso.
A seconda della scelta, il procedimento varia o meno. Insomma mh, se prendi la sceneggiatura già pronta, logicamente devi andare a informarti sulla testa ecc, ma comunque è un procedimento che si è già fatto per i tre anni. Leggi la sceneggiatura (eggià), ti documenti sulla testa di questa, poi parte la documentazione per ciò che interessa la storia che vai a sceneggiare, gli schizzi, lo studio dei personaggi, i layout, l'impostazione della pagina, le matite, la china e il colore (in digitale se si vuole fare questa cosa in più personale). Invece, se si sceglie il progetto personale la cosa è mh un po' diversa, diciamo più... lunga? Nah, neanche. Proponi la storia sotto forma di sinossi che è un'idea, della storia intera (e qua cambia il modo di proporla a seconda del Mercato) riassunta in modo davvero sintetico con: inizio, svolgimento/punto di svolta, fine. Poi si passa al trattamento che è la versione più... estesa, della storia. Poi la sceneggiatura e da qui, si parte con lo stesso procedimento di sempre.
Ovviamente, a seconda del Mercato cambiano non poche cose. 
Ho scelto per entrambi i Mercati il progetto personale. Buttando giù varie idee.
Ho voluto continuare con questo perché ho la possibilità di farlo seguita da chi davvero ci capisce e ha esperienza in modo da poter imparare il più possibile. Ho l'occasione, perché non farne tesoro?
Forse avrei dovuto lasciar perdere la cosa, per una questione di tempo e anche perché, come dice Recchioni: "Volete vedere gli occhi del terrore? Chiedete a un autore unico di storie intimiste di descrivervi un soggetto" ma... non so perché, nonostante mi sia stato detto chiaro e tondo che questo che voglio fare è un progetto ambizioso e pericoloso e che farei meglio a lasciar perdere... mi siano state date molte possibilità. Spero solo che nel continuare a provare qualcosa sia migliorato e che, specialmente, sia emersa la mia voglia di voler sapere e di quanto voglio continuare.

Incontri
Lo scorso sabato ho avuto l'opportunità di passare il pomeriggio con un gruppo di persone fantastiche. Spero davvero che ricapiti il prima possibile <3
Sono stata sorpresa anche per il fattore che la giornata l'avevo proposta io e che siamo riuscite a vederci. 

Scritti (chiamiamoli così-)
Sto lavorando al seguito di I'm not drunk--- primo o poi m'imparerò il nome, abbiamofiduciainme<3. If you are true to yourself, you can never go wrong. Che io, abbrevio- non si sa perché, in: If u are true to uslf u can nvr g wrng
*alza le spalle* 
Ho postato fino il capitolo sette, per ora. Aggiorno una volta a settimana (di lunedì), scelta presa per via delle deadline. 
Le canzoni che faranno da titolo sono, come ho sempre detto, quelle delle CW e di DD. Al momento sto usando solo quelle delle CW, semplicemente perché sono quelle che descrivono al meglio la situazione che sto raccontando. 
Da quando l'idea per questa serie ha iniziato a prendere forma nella mia mente, anche quando non avevo idea che sarebbe diventata una serie di quattro storie... sapevo che ci sarebbero stati dei punti che non avrei voluto raccontare ma che non vedevo l'ora, di raccontare. Strano? Per me no.
Contando che inizialmente c'era solo Hey You e poi questa che sto pubblicando adesso, in modo totalmente diverso. Avevo scritto fino al capitolo undici. Poi ho pensato che la storia di Gerard e Frank meritava di essere scritta passo per passo- secondo il mio punto di vista, e allora è nata I'm not drunk. I'm not drunk è, per me, come ho spesso detto, un intermezzo. Una metropolitana tra Hey You e If you are... un piccolo passaggio. Non fatevi ingannare dai 40 capitoli, sono solo io che sono lunga nei tempi di narrazione ahahah.
So come finirà questa storia, ma non come finirà la quarta e ultima storia che chiuderà la serie. (e già mi chiedo: cosa farò, dopo, una volta finita questa epopea trapanapalle? Semplice: continuerò a scrivere ancora storie.) Ma, anche se non so questo... so che ci sono dei punti che arriveranno con determinate canzoni che non vorrò scrivere. Anche se non vedo l'ora, di scrivere la quarta storia. Ho appunti che risalgono a quasi quattro anni fa, che la riguardano! Diciamo che so delle cose, per la quarta, ma non so come finirà e, così come per questa che sto scrivendo adesso, non so ancora parecchi particolari che sono importanti perché influenzano il percorso della storia e dei personaggi.

Ieri con mio padre, in auto. Lui indica un punto al lato di una strada e dice che lì è morto un nostro parente. In bici. Io non so andare in bici, mio padre ci va quasi tutti i giorni a farsi il suo giro immenso e turistico. Io dico che le bici sono il male e che doveva prendere ad esempio quel nostro parente e quindi, evitare.
Lui "Nono, tranquilla. E' morto sereno. Facendo ciò che amava fare."
Io "Non vorrei mai morire mentre sto disegnando... posso sognare, quindi dico che la mia morte serena sarebbe morire su un palco, non m'importa se arena o bettola di merda, morire su un cazzo di palco, mentre suono con la mia band."
Lui "Tu non sai suonare."
Io "Per ora."
La cosa davvero incredibile è che questo... desiderio, c'entra con una mia storia che vorrei presentare, appunto, per fine anno. Non credevo possibile questo. Non me ne ero resa conto di... non avevo capito e non ci avevo neanche pensato o fatto caso, a quanto di me, ci fosse, in quella storia.
Vedremo come andrà a finire, intanto io mi godo il viaggio.
Ridete e mangiate tanta cioccolata
xla



mercoledì 2 aprile 2014

rivelazioni normali ed illuminanti

In alcuni momenti sei quasi costretto a scavare dentro di te. Per capire e per andare avanti… oh, cazzo, qui iniziano i guai, dico bene?
Okay, vediamo se riesco ad essere sintetica:
Delle volte sbatti la testa al muro e neanche te ne rendi conto oppure lo fai sapendo di starti facendo male- sei un grandioso coglione per questo, amico. Delle volte occorre solo mettersi all’opera per capire e andare così avanti. Altre volte fai così tante cose che ti sfugge la questione. Ma l’aiuto è esattamente davanti agli occhi- sempre lì. Lo trovi dove l’hai lasciato l’ultima volta.
Stavo girando per il web e sono capitata in uno spazio che tratta disegni e chi disegna. Tra questi c’era una scritta “Disegno, una lingua universale” ecco. Delle volte, per andare avanti, serve cercare indietro, quel qualcosa che ti ha spinta ad intraprendere quella strada.
Perché ho scelto di voler diventare una fumettista? Per poter raccontare, trasmettere.
Ma questo non basta, mi sfuggiva qualcosa e lo sentivo. Giravo attorno alla questione senza vederla realmente.
Andiamo più indietro: perché disegno? Perché non riesco a trovare altro modo per comunicare (oltre la scrittura), perché con le parole, oralmente, non ci so fare.
Mi piace il disegno perché una cosa che può arrivare a chiunque a prescindere dalla lingua, dalla religione e da qualunque altra cazzata del genere. Lo stesso per la musica, ma non componendo musica, mi posso permettere di parlare solo per il disegno come esperienza diretta e attiva. Non intendo sminuire e/o innalzare nessuno dei due mondi, visto che per me, sono uno solo: uniti.
Okay, ammetto che non ho mai avuto voglia di studiare. Che ho sempre preferito la pratica e… sì, magari sono un po’ pigra ma il punto è: tutto è iniziato perché ho sempre pensato che per leggere un disegno non fosse necessario saper leggere una lingua straniera. Leggi, ma in modo diverso.
Mi complico sempre le cose- chi non lo fa?, ma adesso mi sono ricordata della questione chiave, pura, semplice e chiara… tutto ciò che avevo perso intossicandolo con varia merda accumulata col tempo.

Il disegno è una lingua che universale