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mercoledì 26 novembre 2014

tra caffè e musica, informo che sono viva




Sto sviluppando un progetto con dei miei amici e… ho sempre sognato di poter lavorare in qualche modo con loro. Insomma, per tre anni (anno più, anno meno…) ci siamo sostenuti, aiutati e… abbiamo visto come ognuno di noi sia migliorato sempre di più. Una delle cose che adoravo- e che adoro tutt’ora, è che, ecco… capivamo dal lavoro chi lo aveva fatto, non c’era bisogno del nome scritto. Siamo questi ragazzi e abbiamo stili così diversi… credo che sia un grosso punto a nostro favore.

Continuo comunque a scrivere. Non riesco a non scrivere.
Presente quando dicono che ognuno ha il proprio modo per sfogarsi? Ecco, non ho mai sentito il bisogno di uno sfogo… fisico, ecco. Forse anche perché non ho mai avuto un particolare interesse per lo sport. Riesco solo a trovarmi più a mio agio con carta e penna. Solo questo.
Tuttavia, questo comporta anche il fattore di mh tempo, perché spesso mi rendo conto di qualcosa solo rileggendo un mio testo scritto dopo uno ma anche due anni e dico “oh cazzo!” cose a cui prima non avevo fatto caso, non me n’ero accorta… ho trovato il mio modo per stare bene, e non smetterò di usarlo.
Perché le cose fanno meno male, quando me le metto davanti.
Cerco anche di trovare il modo migliore per portare avanti la cazzo di serie di storie iniziata anni fa. Ne sono davvero soddisfatta, perché è una di quelle cose che ho sempre desiderato fare. In più è mh una terapia. Mi fa piacere ricevere aiuto per migliorare per quanto riguarda la grammatica e cose di questo tipo, mi fa piacere leggere di chi apprezza e mi dice cosa la storia gli trasmette ma… beh… io scrivo per me. Non credo che sia una buona cosa, scrivere per far contento qualcuno, si scrive per cercare anche di trasmettersi da soli, qualcosa. Okay, sì, poi lo rendi disponibile anche ad altri, ad un pubblico, e… è okay, per ogni motivo lo si faccia, è okay.
Non so tutti i motivi che possono spingere le persone a pubblicare qualcosa di magari davvero personale, posso solo parlare per me e intuire o immaginare il resto.
Scrivo per me, per capire qualcosa, per… per divertirmi, per arrabbiarmi, per riflettere. E se lo rendo pubblico, è perché mi espongo totalmente, voglio questo perché per cercare di dire qualcosa devi prima farti del male dentro per ricordare e speri solo che qualcuno che non conosci, dopo aver letto ciò che hai scritto, non si senta più così solo- anche se per pochi minuti.
Stesso discorso per quanto riguarda il disegnare.

E visto che ho parlato di testi scritti, tanto per, metto il link dell’ultima storia a quattro capitoli che ho pubblicato.
“Spaceboy” è una di quelle storie, e lo dico anche dello spazio autrice, nata senza pretese e che vuole essere solo un passatempo sia da scrivere che da leggere… tutto quello che inizia con questo pensiero finisce dopo parecchie pagine e tanti di quei viaggi mentali che ne esci totalmente rincoglionito, anche se stranamente ti sei capito da solo!
Di tutto questo, devo ringraziare come sempre, la musica e i fumetti.

E sì, sia mai che scrivo cose felici! Forse perché sono troppo ottimista e vedo del positivo dove magari non c’è… credo anche che basti leggere una o due di quella robaccia che scrivo per capire che no, non mi piacciono le cose felici. Sono troppo complessata, per scrivere di cose felici, abbiate pietà <3
Sì, okay, ho il prurito per le storie felici. Non nego di possedere anch’io una parte romantica (da qualche parte) quindi sì, ogni tanto mi piace leggere quelle storie dolci che sanno di fiaba dove il culmine è il bacio.

Spendendo due ultime parole sulla storia If you are… cambiando il finale a questa, si è svelato quello reale per la quarta e ultima storia della serie, per adesso sì, è così.

Ah.
Oggi al supermercato ho incontrato, se così si può dire, perché è stata lei, a trovarmi, una ragazza con una felpa degli Iron Maiden che mi voleva chiedere dove avevo preso il giacchetto di Party Poison <3 ho sentito il forte desiderio di abbracciarla e l’ho fatto. Lei era così dolce e gentile ed entusiasta che mi ha ridato il sorriso in un momento in cui non ce l’avevo.
Mi dispiace solo di essere una scema incapace di comunicare bene e di non aver fatto la sfacciata e averle chiesto almeno il suo Twitter.
Ovunque tu sia, ragazza bionda e bella: Grazie!
Quando mi sono girata e lei se n’era andata… mia madre che aveva visto tutta la scena, si era commossa così tanto che ha pianto.
E sì, ragazza, so cosa intendi… <3

Ridete e mangiate tanta cioccolata
xla

venerdì 25 aprile 2014

Aggiornamento eventi

Dovrei davvero creare un blog per i disegni. Ma non riesco ancora a tenere aggiornato questo nonostante tutto.
Allora. Facciamo un rapido punto della situazione...

Romics.
Come ad Ottobre, abbiamo riportato il gruppo della DC. E' stata una giornata emozionante contando sopratutto il fatto che eravamo questo gruppo super cool e colorato di undici persone, sopratutto per il fatto che ho incontrato due garlZ pucciose e amorevoli. 

Comics.
Ultimo anno che sta per finire, cosa posso dire?... non esistono parole suppongo ahahah. Forse solo il sangue potrebbe rengere l'idea. Mi sono resa conto da sola di mh del mio percorso, rispetto agli anni passati. Ci vuole parecchio tempo per arrivare a dire "questo è il mio stile", anni! Ma posso tranquillamente affermare di aver intrapreso la strada che sento mia. Per una volta... non mi sento come se stessi camminando sul prato tra due strade, su delle siringhe e pacchetti di sigarette. La pressione è alta, si alza sempre di più, ti porta a non dormire e se solo riesci a chiudere gli occhi, a svegliarti di scatto. Ti porta a voler quasi mollare... ma non smetti mai di disegnare. Di voler, disegnare. Perché non fare nulla, porta a nulla. Ed io preferisco sbagliare piuttosto che non fare niente. Non ho talento, predisposizione o qualunque altra cosa carina... è solo ciò che mi esce più naturale voler fare. 
Al momento c'è questa grande agitazione per i progetti di fine anno e per chiudere vecchie cose/sistemare vecchie cose... tante sensazioni tutte mischiate che è meglio non concentrarsi troppo su come ti senti ahahah. Non importa come ti senti o cosa tu stia passando: continua a disegnare! Continua a crederci, continua a provare. Sbaglia, e riparti da capo per andare avanti. Ascolta, leggi, esercitati, tieniti aggiornato su più eventi e avvenimenti possibili, informati su quanto più riesci... Credici. Occorre che ti ripeti più spesso di quanto credi, il motivo che ti ha spinto a iniziare. 
Tutto questo non mi demoralizza. Anzi, se succede che inizio a sentirmi uno schifo... lo trovo come l'ennesimo motivo per continuare, che tutto questo è giusto per me, per ciò che vorrei fare. 
Ho un totale rispetto verso le persone con cui ho condiviso e continuo a condividere quest'avventura. E spero di tenere i contatti con quanti più di loro.

Progetti di Fine Anno
Al plurale perché sono due storie. 
Mercato Americano o Italiano, e una volta scelto quale (in merito a varie cose) si opta o per la sceneggiatura gentilmente consegnata dall'insegnante (a cui è stata cedua dallo sceneggiatore che l'ha messa a disposizione per poter essere usata), oppure la storia personale, quindi una sceneggiatura scritta dallo studente stesso.
Poi il secondo lavoro è per il Mercato Francese, e il procedimento è lo stesso.
A seconda della scelta, il procedimento varia o meno. Insomma mh, se prendi la sceneggiatura già pronta, logicamente devi andare a informarti sulla testa ecc, ma comunque è un procedimento che si è già fatto per i tre anni. Leggi la sceneggiatura (eggià), ti documenti sulla testa di questa, poi parte la documentazione per ciò che interessa la storia che vai a sceneggiare, gli schizzi, lo studio dei personaggi, i layout, l'impostazione della pagina, le matite, la china e il colore (in digitale se si vuole fare questa cosa in più personale). Invece, se si sceglie il progetto personale la cosa è mh un po' diversa, diciamo più... lunga? Nah, neanche. Proponi la storia sotto forma di sinossi che è un'idea, della storia intera (e qua cambia il modo di proporla a seconda del Mercato) riassunta in modo davvero sintetico con: inizio, svolgimento/punto di svolta, fine. Poi si passa al trattamento che è la versione più... estesa, della storia. Poi la sceneggiatura e da qui, si parte con lo stesso procedimento di sempre.
Ovviamente, a seconda del Mercato cambiano non poche cose. 
Ho scelto per entrambi i Mercati il progetto personale. Buttando giù varie idee.
Ho voluto continuare con questo perché ho la possibilità di farlo seguita da chi davvero ci capisce e ha esperienza in modo da poter imparare il più possibile. Ho l'occasione, perché non farne tesoro?
Forse avrei dovuto lasciar perdere la cosa, per una questione di tempo e anche perché, come dice Recchioni: "Volete vedere gli occhi del terrore? Chiedete a un autore unico di storie intimiste di descrivervi un soggetto" ma... non so perché, nonostante mi sia stato detto chiaro e tondo che questo che voglio fare è un progetto ambizioso e pericoloso e che farei meglio a lasciar perdere... mi siano state date molte possibilità. Spero solo che nel continuare a provare qualcosa sia migliorato e che, specialmente, sia emersa la mia voglia di voler sapere e di quanto voglio continuare.

Incontri
Lo scorso sabato ho avuto l'opportunità di passare il pomeriggio con un gruppo di persone fantastiche. Spero davvero che ricapiti il prima possibile <3
Sono stata sorpresa anche per il fattore che la giornata l'avevo proposta io e che siamo riuscite a vederci. 

Scritti (chiamiamoli così-)
Sto lavorando al seguito di I'm not drunk--- primo o poi m'imparerò il nome, abbiamofiduciainme<3. If you are true to yourself, you can never go wrong. Che io, abbrevio- non si sa perché, in: If u are true to uslf u can nvr g wrng
*alza le spalle* 
Ho postato fino il capitolo sette, per ora. Aggiorno una volta a settimana (di lunedì), scelta presa per via delle deadline. 
Le canzoni che faranno da titolo sono, come ho sempre detto, quelle delle CW e di DD. Al momento sto usando solo quelle delle CW, semplicemente perché sono quelle che descrivono al meglio la situazione che sto raccontando. 
Da quando l'idea per questa serie ha iniziato a prendere forma nella mia mente, anche quando non avevo idea che sarebbe diventata una serie di quattro storie... sapevo che ci sarebbero stati dei punti che non avrei voluto raccontare ma che non vedevo l'ora, di raccontare. Strano? Per me no.
Contando che inizialmente c'era solo Hey You e poi questa che sto pubblicando adesso, in modo totalmente diverso. Avevo scritto fino al capitolo undici. Poi ho pensato che la storia di Gerard e Frank meritava di essere scritta passo per passo- secondo il mio punto di vista, e allora è nata I'm not drunk. I'm not drunk è, per me, come ho spesso detto, un intermezzo. Una metropolitana tra Hey You e If you are... un piccolo passaggio. Non fatevi ingannare dai 40 capitoli, sono solo io che sono lunga nei tempi di narrazione ahahah.
So come finirà questa storia, ma non come finirà la quarta e ultima storia che chiuderà la serie. (e già mi chiedo: cosa farò, dopo, una volta finita questa epopea trapanapalle? Semplice: continuerò a scrivere ancora storie.) Ma, anche se non so questo... so che ci sono dei punti che arriveranno con determinate canzoni che non vorrò scrivere. Anche se non vedo l'ora, di scrivere la quarta storia. Ho appunti che risalgono a quasi quattro anni fa, che la riguardano! Diciamo che so delle cose, per la quarta, ma non so come finirà e, così come per questa che sto scrivendo adesso, non so ancora parecchi particolari che sono importanti perché influenzano il percorso della storia e dei personaggi.

Ieri con mio padre, in auto. Lui indica un punto al lato di una strada e dice che lì è morto un nostro parente. In bici. Io non so andare in bici, mio padre ci va quasi tutti i giorni a farsi il suo giro immenso e turistico. Io dico che le bici sono il male e che doveva prendere ad esempio quel nostro parente e quindi, evitare.
Lui "Nono, tranquilla. E' morto sereno. Facendo ciò che amava fare."
Io "Non vorrei mai morire mentre sto disegnando... posso sognare, quindi dico che la mia morte serena sarebbe morire su un palco, non m'importa se arena o bettola di merda, morire su un cazzo di palco, mentre suono con la mia band."
Lui "Tu non sai suonare."
Io "Per ora."
La cosa davvero incredibile è che questo... desiderio, c'entra con una mia storia che vorrei presentare, appunto, per fine anno. Non credevo possibile questo. Non me ne ero resa conto di... non avevo capito e non ci avevo neanche pensato o fatto caso, a quanto di me, ci fosse, in quella storia.
Vedremo come andrà a finire, intanto io mi godo il viaggio.
Ridete e mangiate tanta cioccolata
xla



mercoledì 2 aprile 2014

rivelazioni normali ed illuminanti

In alcuni momenti sei quasi costretto a scavare dentro di te. Per capire e per andare avanti… oh, cazzo, qui iniziano i guai, dico bene?
Okay, vediamo se riesco ad essere sintetica:
Delle volte sbatti la testa al muro e neanche te ne rendi conto oppure lo fai sapendo di starti facendo male- sei un grandioso coglione per questo, amico. Delle volte occorre solo mettersi all’opera per capire e andare così avanti. Altre volte fai così tante cose che ti sfugge la questione. Ma l’aiuto è esattamente davanti agli occhi- sempre lì. Lo trovi dove l’hai lasciato l’ultima volta.
Stavo girando per il web e sono capitata in uno spazio che tratta disegni e chi disegna. Tra questi c’era una scritta “Disegno, una lingua universale” ecco. Delle volte, per andare avanti, serve cercare indietro, quel qualcosa che ti ha spinta ad intraprendere quella strada.
Perché ho scelto di voler diventare una fumettista? Per poter raccontare, trasmettere.
Ma questo non basta, mi sfuggiva qualcosa e lo sentivo. Giravo attorno alla questione senza vederla realmente.
Andiamo più indietro: perché disegno? Perché non riesco a trovare altro modo per comunicare (oltre la scrittura), perché con le parole, oralmente, non ci so fare.
Mi piace il disegno perché una cosa che può arrivare a chiunque a prescindere dalla lingua, dalla religione e da qualunque altra cazzata del genere. Lo stesso per la musica, ma non componendo musica, mi posso permettere di parlare solo per il disegno come esperienza diretta e attiva. Non intendo sminuire e/o innalzare nessuno dei due mondi, visto che per me, sono uno solo: uniti.
Okay, ammetto che non ho mai avuto voglia di studiare. Che ho sempre preferito la pratica e… sì, magari sono un po’ pigra ma il punto è: tutto è iniziato perché ho sempre pensato che per leggere un disegno non fosse necessario saper leggere una lingua straniera. Leggi, ma in modo diverso.
Mi complico sempre le cose- chi non lo fa?, ma adesso mi sono ricordata della questione chiave, pura, semplice e chiara… tutto ciò che avevo perso intossicandolo con varia merda accumulata col tempo.

Il disegno è una lingua che universale

giovedì 17 ottobre 2013

Happy?

Non sono affatto una persona felice. Sono essenzialmente una rompipalle che non ha mai l’umore che va d’accordo con chi incontra. Non sono la persona che vorreste incontrare di prima mattina o anche solo avere a che fare in qualche modo.
Non sono una persona felice. Ma per quanto io mi possa sforzare… non riesco ad esserne una triste. Non sono felice e non sono triste, ma non sono apatica. Sono solo quella persona rompi cazzo che trova sempre il positivo in ogni cosa che sente, che vede, che ascolta.
Ho smesso da qualche anno di distruggermi con ogni mezzo. Ho capito che ci pensa già abbastanza la società, a farlo… non ha bisogno del mio aiuto. Sono io, ad averne bisogno. Ecco perché, anche se m’impongo di auto-sabotarmi… alla fine, non ci riesco mai. Perché la mente corre così veloce che è inutile darci retta, è inutile iniziare e portare avanti una lotta contro la propria mente, perché si perde. Siamo troppo forti per noi stessi. Ecco perché siamo il nostro peggior nemico e al tempo stesso, il miglior alleato. Ci conosciamo. Quella parte che noi additiamo sempre, lo sa. Dobbiamo passare una vita, con noi stessi. Tanto vale accettarci, no? Conoscerci. Capirci.
Ho accettato parecchie cose di me. Ne ho visto il positivo, in qualche modo e sotto qualche luce/aspetto.
Voglio chiarire ancora però… io non sono una persona felice. Ma positiva. Ho così tante pessime cose, nella mente… che spesso le persone si stupiscono se mi vedono/sentono incazzata. Posso sparare cazzate, può scoppiarmi la ridarella… posso fare battute porche, inadeguate… io sono inadeguata, cazzo… e si vede che questo mio modo di fare, riesce a far dimenticare che anch’io sono un essere umano e che possiedo l’innata capacità d’incazzarmi (oltre che d’irritare e far incazzare)… solo che io m’incazzo e mi scazzo in pochi secondi. Più volte al giorno. Ma è normale! I sentimenti e l’Io sono puttane, normale che stiamo sempre a litigare per qualcosa.

Detto questo.
Ho molto da fare. Quindi meglio che continuo <3

Questa frase dice: voglio dire molte cose, ma sta a te, trovarle e capirle e applicarle.



"Distruggereste qualcosa di perfetto per renderlo bellissimo?"

venerdì 13 settembre 2013

Shut the fuck ups

Shut the fuck ups

Ho parecchia… sfiga, ecco, nelle cose. Esempio stupido: da quando ho iniziato ad usare l’mp3- parecchi… le cuffie mi sono sempre durate uno sputo. E non capisco il perché… non lo capisco…
Avevo anche delle cuffie fighissime, di quelle mh, grosse. Presente? Ecco. Un giorno non si sentiva più un cazzo…
Vai te a capire il perché…
Intanto, vorrei tanto anch’io avere delle cuffie in grado di coprire ogni rumore esterno. Le chiamerei anch’io “Smettila di rompere il cazzo”…
Ho già abbastanza casino qui dentro (*indica testa*) non posso stare appresso sia a questo che al mondo esterno!


Detto questo… Sto lavorando al seguito di I’m not drunk e giusto ieri ho finito la lista delle canzoni e dei capitoli. Saranno 27. Molte cose mi sono più chiare ora che prima… e vorrei almeno fare una sorta di mappa dei punti chiave. Io stessa odio questo genere di cose, però ho un tot di capitoli e dei punti a cui tengo molto… 

martedì 20 agosto 2013

fckoff (ho sboccato il bottone)

Dopo tutto quello che è successo quando meno ce l’aspettavamo siamo ancora qui a piangere e delle volte anche a riderci su. Ridere non vuol essere un modo per sottovalutare qualcosa, è solo a libera interpretazione. Una risata cattiva, non è una risata. E spesso possiamo capire male qualcosa e rovinarci tutto quando non ce n’era bisogno… quello che vorrei dire è: capisco cosa si prova. Tutti lo capiamo, no? Ci sentiamo ancora male per questo. E so anche che capita di dire cose per rabbia e per disperazione, perché in quel momento le pensiamo davvero, ma non le sentiamo sul serio… la rabbia è utile a suo modo, ma in genere corrode e basta e fa stare solo dimmerda.
Ognuno sta affrontando da mesi qualcosa come una battaglia dentro se stesso e magari ci restiamo male quando constatiamo che la realtà non è come ce la siamo immaginata. Non accade spesso che il mondo sia come vogliamo noi e da una parte è davvero un bene visto che spesso è difficile riuscire a capire cosa si vuole nel vero senso della parola e, insomma, quante volte ci è capitato di essere stati capiti male? Quante volte qualcuno che dice di conoscerci oppure che non ci conosce affatto, si è costruito un’immagine totalmente per cazzi propri di noi? Non dico che siamo un’entità sola, perché non credo che siamo personaggi piatti, credo invece che siamo anime piene di passione e di talento e che abbiamo molto da dire… mh, per questo sono dell’idea che… siamo sì, una persona- ciascuno di noi lo è, ma non siamo singola. Nel senso… ognuno di noi è una persona con mille sfumature che possono essere di ogni genere. Abbiamo colori accesi, colori scuri, in due dimensioni e in occhiali 3D. Reagiamo alle cose in modo diverso, a seconda della situazione davanti a noi e anche a seconda di come ci sentiamo, non si tratta di cuore o di mente. Si tratta di anima.
Ci capita di sentire delle cose che ci feriscono, a priori. Non importa di che umore sei e cosa tu stia facendo. Ci resti dimmerda. E assieme, ti accorgi che senti anche dell’affetto- o qualcosa del genere comunque. Ecco, appunto. Parlando di sfumature dico esattamente questo. Non si può essere soli, non si può non provare tante di quell’emozioni da far venire la nausea! Lo sappiamo da soli.
Siamo anche a conoscenza che non possiamo aprire bocca che c’è subito il rischio di essere fraintesi, solo che delle volte mandiamo a fanculo chi potrebbe non afferrare bene il concetto di quello che siamo andando a dire e allora diciamo effettivamente quello che vogliamo dire. E anche se c’è qualcuno che ancora non afferrerà appieno beh, col tempo lo farà, altrimenti non sa davvero cosa si perde…
Ci sentiamo feriti e arrabbiati, delle volte siamo così disperati che scoppiamo a piangere senza un apparente motivo. Ma se solo dovessimo concentrarci per provare a darci un nome e una logica… allora sarebbe davvero peggio, e noi non ci vogliamo così male. Ci basta e avanza quello che sentiamo di provare in quell’apparente non-motivo. Tuttavia… ci sono stati anche attimi, in cui ci siamo sentiti come se nulla al mondo potesse ferirci, il fatto che poi sia successo una o dieci volte non fa differenza, vuol solo dire che siamo vivi, ridere e piangere fa parte della vita, perché se è già successo di essere felici per una cosa piccola o per una cosa grande… credo davvero che possa risuccedere. Come c’è di peggio, c’è anche di meglio e se oggi piangiamo e siamo incazzati, nulla toglie che domani ci ritroveremo a sorridere. Può succedere di tutto in così poco tempo che è difficile tenere il passo. Basta anche mh, non so, basta che ci premuriamo di seguire quello che sentiamo sia la strada giusta per noi stessi, quello che ci fa stare bene. Nulla può impedirci di andare avanti, sapete? Nulla al mondo può, sotto ogni aspetto e per troppo tempo, impedirci di essere felici.
La musica. I My Chemical Romance… mi hanno dato così tanto che è davvero difficile da esprimere a parole quanto effettivamente abbiano rappresentato per me. Sono sempre stati più di una band, le idee non muoiono mai, anche se non ce l’hai più oppure se fa parte di quella che è stata un tempo la tua vita. Un’idea non può morire, può solo nascere ed esserci. Ma non può morire.
Come band e come persone in se per se, mi hanno fatto capire così tante cose che prima non ne afferravo bene il significato, oppure che sapevo ma che non credevo fosse possibile, o… o ancora che, e qui mi viene da sorridere, per quanto io fossi confusa da me e al mondo… mi hanno detto le stesse cose che ho sempre pensato… e al tempo stesso, non mi hanno fatta sentire sola.
Ho uno strano rapporto con la realtà e nel ricordare gli eventi, soprattutto quelli particolari. Ecco perché non riesco ancora bene a dire esattamente cosa ho provato il giorno che mi è stato detto dello scioglimento, per messaggio. Poi quando l’ho visto sul sito ufficiale… è stato… mh… ecco, devo ancora capire bene. Guardavo quelle parole e non le capivo. Non perché in inglese, no. Potevano essere anche i disegnini dell’Ikea. Non li avrei mai capiti. Ma pure se erano le opere dell’uomo delle caverne… non avrebbe fatto differenza. Ricordo che mia madre ha fatto una delle sue battute poco gentili, e ricordo che mi è scesa solo una lacrima e che la guardavo sul pc portatile e che ancora non capivo. Non so bene come reagisce il mio cervello. Da quello che ho capito, chiude i battenti e le persiane e mette un cartello con su scritto “lavori in corso”. Dopo mesi, quel cartello è ancora lì. Solo che l’ho mandato a fanculo e ho riaperto il mio cervello, facendo entrare altre notizie e penso che ho fatto bene, perché se non lo avessi fatto, a quest’ora non avrei capito tante cose. Perché sapete… anche con il loro scioglimento, mi hanno insegnato qualcosa. E non che anche le cose belle finiscono, questo lo so da anni, lo sappiamo tutti, è una di quelle cose che si sanno e basta senza che nessuno ce le dica o che le leggiamo da nessuna parte. Quello che mi hanno trasmesso è un altro aggroviglio di sensazioni e di emozioni che sto ancora cercando di venirne a capo. Come quando ti s’incastrano i capelli nel culo del phon. Ecco. Sì. Si potrebbe dire questo per spiegare come mi sono sentita. Tutto al solito, come quando ti lavi i capelli e ti comporti con naturalezza, poi all’improvviso neanche te ne accorgi e quel bastardo di un phon si è mangiato i tuoi capelli. Come ti senti? Ti fa male, sei incazzato, infastidito. Appena riesci a liberarti scaraventi via tutto, e mentre cerchi di sciogliere i noti l’incazzatura verso il phon la trasferisci a te stessa. Vorresti lasciarti i capelli così, pensi di tagliarli subito così alla cazzo anche se sai che poi non ti piacerà il risultato. Sei libera di fare quello che vuoi. Anche prendere il pettine e picchiarti la testa finché non stacca. Ma è okay, perché stai reagendo. Io in genere uso la spazzola e le dita, cercando di capire, anche se non vedo bene. E penso che ho usato la stessa tecnica per tutta questa storia. Per tutto quello che ha sempre riguardato loro.
Non mi sono mai sentita tradita o ferita. L’unica cosa che volevo era capire. Ma dall’altra parte, sentivo che non mi dovevano nulla loro, a me. Avrei ascoltato e avrei cercato di capire qualunque cosa… era il silenzio che mi stata torturando. E come molti, non ho creduto ad una sola parola di quello scritto sul loro sito ufficiale. Fanculo anche le riviste! La sera stessa della notizia, ho spento il telefono, non ne potevo più di leggere parole di persone così distrutte e confuse, visto che mi sentivo un po’ come anche io distrutta e confusa. Più che altro… mi da fastidio leggere determinate cose. Tutti abbiamo quel qualcosa che ci fa scattare la molla nel cervello, no? Ma capivo anche che erano solo persone ferite e che si sono ritrovate senza terra e cielo su cui camminare e in cui respirare. Ho riacceso il cellulare e continuato a leggere quello che veniva scritto. Mi è rimasta impressa la foto del diario di una ragazza… con sopra la frase sopra di Famous Last Words… che chiedeva cosa ci avrebbe fatto, da quel momento in poi, del suo diario. Non ho resistito e le ho scritto. Le ho detto di fare quello che lei stessa aveva scritto. Continuare a vivere. Perché io sono assolutamente certa della forza che c’è in ognuno di noi e so per certo che ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato di non farcela, per tutti gli anni che abbiamo vissuto, eppure siamo ancora qui. Ogni volta abbiamo detto “questa volta non ce la farò”… poi siamo tornati a sorridere. Succede di stare male, ma sappiamo anche che possiamo e sappiamo essere felici. Non so quella ragazza di dove sia e cosa sta facendo adesso, ma so che è forte. Lo siamo tutti.
Poi è arrivata la lettera di Gerard. E il cartello rotto nel mio cervello aspettava solo quello. Perché tutti noi sapevamo che non poteva essere finita così. Dopo tutto quello che è stato… sapevamo, nonostante tutto, che non sarebbero spariti così. Non ci credevamo ancora. E aspettavamo. Avremo creduto solo alle loro parole. Ci aspettavamo Frank. Che sarebbe stato lui a parlare per primo. Invece fu Mikey. Però a noi non bastava, egoisticamente e giustamente, non ci bastava. Ed ecco la lettera di Gerard. Ci si scorda troppo spesso delle cose belle, ma è normale, non lo si fa apposta, la storia stessa dell’uomo ci fa capire che si è più portati, per ironia, a ricordare un gesto negativo che non uno positivo. Ne basta uno del primo, per cancellarne dieci del secondo. E sta proprio qui, che entriamo in gioco noi. Ci sono momenti in cui i nostri mostri tornano per mangiarci, questi stronzi, noi li conosciamo e sappiamo di cosa sono capaci di fare e di farci fare… ma sappiamo anche se, se sono tornati, vuol dire che prima se n’erano andati, e che quindi… c’è un modo per cacciarli. Vuol dire che c’è un modo per essere felici, e non sempre sta a significare che altri devono soffrire per noi, vuol solo significare che c’è questa possibilità: la felicità. E quei mostri… torneranno sempre, ci proveranno sempre… ma possiamo sconfiggerli.
Per questo capita di… mh, interpretare, in modo poco carino, qualcosa che viene detto da Gerard. Vuoi per il tono, vuoi per la situazione o vuoi per il pensiero che uno può avere verso di lui… dopo tutto quello che ha fatto e che detto, non può essere tutto spazzato via solo perché non ci va giù qualcosa che dice o che fa. E’ un eroe e un essere umano, e con le sue canzoni ce lo ha fatto capire appieno. Sto parlando di quella persona che non ci ha mai fatto sentire sole, che c’è sempre stata per tenderci la mano e per non lasciarla mai quando ne abbiamo avuto un bisogno disperato. Mi riferivo a questo, quando all’inizio parlavo d’idee verso una persona che possono non corrispondere a realtà… ma solo perché la persona non è come la sia è immaginata… beh, non vuol dire che sia falsa. Senza dubbio, ci si sente feriti, quando accade, ma questo non vuol dire che si debba smettere di sentire, di capire.
Ogni volta che abbiamo creduto in lui, nei MCR… ci è sempre tornato indietro Amore.
Sciogliendosi non hanno detto che non credono più in quello che fanno. La lettera di Gerard credo abbia mille significati, da quello più chiaro a quello più privato, esattamente come lo sono sempre state le sue canzoni… ha avuto paura… ha provato ad andare avanti e ha capito ciò che stava tornando ad essere ed è vero… è vero, tutto questo è già accaduto. Alla fine della Parata. Lì avevano un grande bisogno fisico e non di una pausa. Quello che ho sento è… che succede. Succede che passi un fottio di tempo con qualcuno… poi… senti che qualcosa non va più… e allora provi a capire e a cercare di tornare come prima. Funziona. E la vita torna ad essere quella che hai sempre desiderato e va avanti così per un altro fottio di tempo. Arriva un giorno in cui riavverti quelle stesse sensazioni, lo sai in anticipo perché oramai ne conosci i segnali… sai cosa fare e rifai le stesse che hai sempre fatto… solo che questa volta non funzionano. Torni ancora più indietro e risolvere le cose come prima anche se sai che non hanno mai risolto nulla, anzi… sei sempre più spaventato e non sai più che cazzo fare, se prendere la situazione in mano oppure continuare così. Non sai che posizione assumere, come reagire e non sa neanche se reagire, perché sai perfettamente che ad ogni tua minima mossa, crolla qualcosa attorno a te e tu senti che hai bisogno di questo qualcosa, che con questo qualcosa vi siete sorretti per anni. A… a differenza della prima volta e… di altre volte, in altre situazioni e con altri perché… capisci che devi fare qualcosa. E allora ritocchi il fondo in modo diverso, ritrovandosi a pensare quello che definisci un pensiero dell’essere maturo, diverso da prima. Sai la merda che si scatenerà, ma lo fai. Non ti nascondi e neanche hai mai pensato di farlo, perché vuoi far capire le tue ragioni e ciò che ti ha spinto a farlo e pensi che l’Amore arriverà a chi sicuramente capirà. Perché senti che qualcosa è cambiato… e che va bene anche così. E ti svegli un giorno realizzando che da tempo le cose stavano mutando, diventando quello che senti adesso… ti svegli un giorno e solo quel giorno realizzi che ciò che ti ha sempre tenuto in vita, non lo fa più. Non più come hai sempre sentito o come vorresti sentire. Quando… ti crollano le certezze, crolli anche tu.
Non è stata colpa di nessuno, non può essere colpa di nessuno in alcun modo. Perché delle volte… le cose mutano in altro. E tu te ne rendi conto solo quando il vuoto è così evidente che non sai come riempirlo. E l’ossigeno non basta. Perché non pensavi di campare con quello, ma d’altro. Finché non ti abitui all’idea… ci stai dimmerda ma… alla fine ci costringi a trovarne i lati positivi. Nonostante tutto. E anche se non tutti capiranno e vedranno questi lati positivi… servo a te per sopravvivere.
La parola che più di tutte, io ho atteso col cuore in gola, è stata quella di Frank. Ho letto in giro che c’è anche chi l’aveva accusato per essere la causa dello scioglimento della band. Inutile dire che, chi ha pensato e chi ci crede tutt’ora… non capisco davvero perché dicono di essere fan dei MCR… vuol dire non aver capito assolutamente nulla. Frank è sempre stato il fan numero uno, dei My Chemical Romance, cazzo! Tanto che, quando sentiva qualcuno dire a loro “sono il vostro fan numero uno” lui sorrideva e pensava “cazzate, sono io il loro fan numero uno”. Lui ha dato tutto alla band e per la band.
Quando lui decise di farsi sentire… io non era a casa, quella sera. Ho potuto davvero leggere appieno quello che ha scritto solo una volta tornata. Non ha scritto quello che mi… aspettavo, anche se non mi aspettavo nulla di preciso, a dire il vero. Frank ha sempre fatto l’opposto di quello che io pensavo che facesse… penso che sia una delle tante cose che mi piacciono di lui come persona. I MCR sono sempre stati così… pensi che fanno una cosa, invece fanno l’esatto opposto- oppure ciò che non ti aspetti, hanno sempre fatto così e ne abbiamo mille prove. Di Frank mi ha sempre colpita la passione. Tutta quell’energia che gli è sempre appartenuta e che continua ancora a sprigionare. Ascolto ogni cosa che vuole dire, attraverso gli scritti sul suo sito oppure attraverso le canzoni per i Lea o per i DS. Ha un modo tutto suo per esprimersi, totalmente diverso da Gerard, eppure, in qualcosa modo… simile. Questo perché sono due persone diverse, è normale. E anche se Frank dice che i MCR non torneranno, non vuol dire che non ci crede più o che non ci ha mai creduto o che sia colpa sua. Vuol solo dire che non avrebbe senso sciogliere una band per poi, dopo tre mesi: scusate, eccoci qui. Frank continua a star accanto alla sua famiglia e a fare ciò che ama: musica.
Il primo a parlare direttamente è stato Mikey. Lo stesso Mikey che non parlava quasi mai, ma che è sempre stato la colonna portante dei MCR. La formazione sul palco… Mikey è sempre stato al centro. Le colonne portanti questo fanno, stanno al centro. In più… guardava sempre le spalle a Gerard- come fa tutt’ora. Mentre il fratello era davanti a lui, a proteggerlo. Si sono sempre protetti. C’è anche chi ha detto che era per via di quello che è successo tra lui e Alicia, che i MCR si sono sciolti. Ma, per quanto delle cose improvvise, possono farti sbattere la faccia e farti male… non è sempre così. Le faccende private tra Mikey e Alicia non hanno nulla a che vedere con i MCR. Mikey suona il basso ogni singolo giorno e si è anche dato alla recitazione, mentre Gee cura le sceneggiature degli episodi degli Aquabats e dei costumi di scena. Dopotutto l’hanno sempre detto… se non avessero mai avuto una band, loro due avrebbero comunque fatto qualcosa assieme.
Ray sembrava essersi dileguato. Lui e Christa sono diventati genitori… mi sarebbero davvero piaciuto seguire questo nuovo componente della famiglia Toro, esattamente come B, le gemelle e il piccolo Miles. Ray è un genio. Ray Toro, l’uomo con un piano. La sua dedizione al lavoro che ha sempre portato avanti col sorriso e il suo modo di comunicare, così espansivo, con il suo gesticolare… ti mette davvero a tuo agio. Quando vedi lui e Gerard nei momenti in cui componevano i pezzi demo, resti in silenzio ad ammirarli. È stato Ray, a cercare sempre di spingere Gerard a darsi una ripulita, a modo suo e con le proprie parole. È stato sempre Ray a dire a Gerard che forse aveva solo bisogno di una lunga pausa da tutto quello, dalla Parade e da quello che li aveva portati ad essere. Persone come Ray, non dovrebbero mai smettere di continuare a fare quello che esce loro meglio. Non dovrebbero mai privare il mondo del loro talento e della loro positività.
Sapete chi manca, vero? Manca chi ha vegliato su di loro per molto tempo e che per tutto per percorso di DD, ne abbiamo sentito la mancanza. Sappiamo che i MCR non sono sempre stati quattro, sappiamo anche che inizialmente c’era un batterista diverso, e che nel corso del tempo, è cambiato. Ma per noi, l’unico batterista dei MCR degno di portare questa nomina è Bob… io mi sono spesso ritrovata ad immaginarmelo come Killjoys nella California del 2019, a combattere contro la BLi.
Ogni concerto a cui ha preso parte Bob, Gerard è stato sobrio. Inoltre… non ha mai amato la visibilità. Penso che Bob sia sempre stato l’unico vero batterista dei MCR.
Sono certa che avete letto molti scritti come questo, ma, davvero… non è come parlare di cinque persone che sono dall’altra parte del mondo. Parli con persone che sono tuoi amici, tuoi compagni di vita. Con cui hai passato momenti belli e momenti brutti. Sono come quell’amico che incontri e che ti sembra di conoscere da sempre. Ognuno di loro ti ha insegnato qualcosa e, anche se le cose cambiano, continua ancora a farlo, direttamente e non, volontariamente o meno. Contando che ci sono cose che a distanza di tempo, anche di anni, ancora non capiamo. Perché ci vuole tempo, per le cose. Non tanto. Non poco. Solo… il suo tempo.
Quando è uscito l’articolo su Kerrang! Dedicato ai MCR… io… io leggevo tutte quelle cose e non mi sembrava vero.
Penso davvero che sia impressionante e stupendo, quello che cinque ragazzi sfigati siano riusciti a fare. Restando loro stessi, imparando dalle loro esperienze. Senza mai nascondere ciò che sono, la parte migliore e la parte peggiore di loro stessi. Le stesse cose che ci hanno fatti sentire più vicini a loro. Io sono pienamente consapevole di quello che sono sempre stati e che hanno sempre fatto, non solo per loro stessi, ma anche per noi. Ma… vedere. Sentire… in quanti siamo e che proviamo tutti quei sentimenti così intensi allo stesso modo eppure in maniera distinta per ciascuno di noi… ho detto whoa: incredibile. Hanno ispirato tante di quelle persone nel credere e nell’essere ciò che sono veramente che non puoi non sentirti felice, al pensiero che così tanti hanno ascoltato ciò che per te è così importante.
So- mh, so la faccenda che si è creata per il fattore Frerard. È vero… il tutto ha avuto inizio contro l’omofobia. Perché ci sono persone che disprezzano altre persone solo perché respirano… è sempre stato quello che i MyChem hanno cercato di far capire, di combattere. Perché sanno cosa vuol dire essere trattai dimmerda solo perché esisti e sei te stesso. Non si tratta di gay o etero. La cosa è decisamente più grande di quel che si possa pensare e si estende al di la della sessualità. Fino ad arrivare a chi è razzista, sessista o semplicemente stronzo. Ecco, a tutte queste persone così colme di odio senza ragione d’essere, loro hanno sempre detto di tornarsene a casa. Perché non li volevano. Ma… se tu vai da loro, per una parola, per dire ciò che hai nel cuore… loro non ti butteranno mai in pasto ai leoni. Se vuoi ascoltarli, loro ti parleranno. Facendoti capire. Si tratta solo di avere tempo e voglia di ascoltare e pazienza per capire e riuscire ad afferrare davvero ogni genere di sfumatura.
Per quanto riguarda tutto quello che è nato dal loro modo di fare… oltre l’omofobia e il resto. Beh. Questo la verità effettiva la sanno solo loro due. Noi sappiamo che gli occhi sono lo specchio dell’anima e sappiamo anche riconoscere il vero sentimento e distinguerlo dal resto. Il sentirsi offesi perché Gerard ha detto “chi crede nel Frerard non è un vero fan” non ha senso. Davvero. Per il semplice fatto che suona esattamente come suona la frase “Se sei fan della band solo perché il cantante è cool, allora non sei un vero cantante”. Capite? Mettiamoci ancora una volta nei panni di Gerard. Lo facciamo per le canzoni, perché non anche per queste cose?, penso che siamo tutti felici che abbia trovato Lynz e che sia diventato padre. Penso che tutti amiamo Lynz e B. Come si fa a non amarle? Gee e Lynz sono la prova della speranza. Insomma. Pensiamo un attimo a Gerard… a ciò che ha sofferto. E adesso, guardiamolo ora. Non sorridete anche voi, vedendolo felice con lei?
Lui è abituato a sentirsi dire di tutto, come ogni persona che è in vista, ed è una persona con un suo limite di pazienza come tutti noi. La frase che ha detto, lo dice da sempre, si riferisce esattamente che, chi crede che tutto quello che ha fatto solo per il Frerard e chi li ha sempre seguiti solo per il Frerard… allora non li ha seguiti affatto. La prima volta che li ho visti e non ho problemi a dirlo, è stato in un video del 2007, mentre Frank spingeva la testa di Gerard verso il proprio pacco. Già li conoscevo, ma non li avevo mai visti, solo le canzoni e non facevo che ascoltarle- la storia su come li ho conosciuti è davvero strana e lunga e non sono qui per parlare di questo. Quello che c’è stato tra Frank e Gerard lo sanno solo loro, noi possiamo vederlo dai loro occhi, al di la che vediamo anche tutto quello che sono sempre stati i MCR.
Come sapete, anch’io scrivo Frerard. Anche con questo loro mi hanno insegnato molto. Nuove cose e nuovi modi di poter vedere quelle vecchie. Non per quanto riguarda il razzismo o il sessismo, anzi, per quel che penso: uscite e trombatevi tutti, ma prima assicuratevi le protezioni e di essere single! Perché sappiamo che non importa quello che hai tra le gambe, ma nel cuore. T’innamori di una persona perché è quella persona… così come io mi sono innamorata di loro cinque. Così come mi hanno spinta ad essere più combattiva verso le ingiustizie non solo mie ma che di quelle che vedo vengono fatte ad altre persone. Mi hanno fatto capire un altro lato dell’amore e da come può essere sentivo e percepito. Un altro lato, tra i mille dell’amore. Mi sono anche stati d’esempio… sotto ogni aspetto e modo, in ogni cosa che hanno fatto e che continuano a fare.
Io… continuo a credere. In loro. In me. Nell’Amore e nell’Arte. Credo che torneranno, un giorno, in qualche modo. E credo anche in me e che posso fare qualunque cosa. Posso realizzare i miei sogni, difenderli e provare a far sognare qualche qualcun altro.
So che ho detto molto… è solo una piccola parte però, di quello che sento e che vorrei dire. Ma per ora, ho trovato solo queste parole. Chiedo scusa per i verbi sbagliati e per eventuali errori/orrori grammaticali e stupri alla povera lingua italiana. Sentivo solo il bisogno di scrivere tutto questo, di dirvi, tutto questo.
Grazie per tutto, buona fortuna.


Ridete e mangiate tante cioccolata.

sabato 22 giugno 2013

wtf?

Ho addosso una sensazione che non promette nulla di buono. Questa storta di campanello d’allarme che sta lampeggiando facendo un rumore infernale nella mia testa. Non riesco a farlo tacere. Che cazzo è? Non bastare il rumore esterno? In genere sento altro provenire dalla mia testa, ma questa volta è diverso.
Non so se è ansia. Non sono ansiosa. Non è nervoso o che. Non c’entra nulla che oggi sono tre mesi. Non c’entra il 50/50 o il corvo. No. Nulla di tutto questo.
Non c’entra che mi sento inutile tutto il giorno e che cerco di tenermi impegnata perché mi sembra ancora di avere le tavole da consegnare, quando so che non è così e mi manca, cazzo, mi manca.
Non c’entra la scelta da fare per l’indirizzo dell’anno prossimo. No.
Non c’entra neanche al momento è tutta la sera che efp non mi va. Ho disegnato, sto sentendo musica. Sto bene. O almeno, starò bene.

Vorrei solo capire cosa cazzo mi sta succedendo. Da dove arriva tutto questo.

giovedì 13 giugno 2013

-just-

keep your gun close
and die with your mask on if you got to
keep your boots tight 

lunedì 20 maggio 2013

Ho finito il capitolo 33 per I'm not drunk. 
E mi sono resa conto che mi ero scordata per strada due canzoni: una perché convinta d'averla messa visto che l'avevo scritta, l'altra davvero *evanesco*... quindi... non saranno più 37. Il numero si alza; I'm not drunk avrà in tutto 39 capitoli.
[e lasciamo stare quando stamattina a Termini mi sono resa conto che c'era ancora UN'ALTRA a cui non avevo pensato... però... mh... *sbrocca*]

Pensiamo a cose migliori: le nuove foto di frnk!
Partiamo subito da roba forte <3. Presente l'universo? Ecco, qua abbiamo la visuale in stop del busco nero (scusate il gioco di parole però cazzo...) this. E sì, porta delle calzone u.u. Se NON basta- e lo sappiamo che non basterà mai, c'è dell'altro. Sisi. Addirittura! [attenzionenell'aprirequestagif] this.
tutto | questo | mi | uccide | ogni | volta.
perché provo sempre a disegnarlo, ma non ci riesco. E non capisco il perché...

Ora passiamo a roba random dei MCR...
this - AH, l'hai detto Gee. Oramai è fatta!
this - *sospira* 
this - Jamia al concerto dei leA <3... e l'esercito Iero dove sta? O.o
this - oh, la signorina che fuma u.u
this - scatti rubati della signorina, nel 2001 durante una pausa u.u.
this - ... le doti del nostro eroe. Solo alcuni... rispetto alle mille altre cose che sa fare <3.
this - *ennesimosospiro*
this - ciao pancia di Gee *-*
this - interessante...
this - questo è l'attuale testata icon (?) di Gee su Twitter <3.

Piccola foto differenziata: wut? e vorrei provarli tutti ma sono solo in Giappone e ora che ci penso... non sono mai stata in Giappone. Mh. In... Asia, in generale. Il che è una barzelletta per vari motivi...
Queste sono tra le cose che mi fanno davvero sorridere e mettere di buon'umore <3.

Cetrioli. Cetrilove che mi ha passato quel geniacco di Mir <3


giovedì 2 maggio 2013

13.01.2013




quante notti passate a perdere sangue senza il minimo sonno a dare un po' di pace.
quanto tempo perso davanti uno specchio a ridere di quel ridicolo riflesso.
quante notti spese a sorridere al buio fissando in alto al pensiero: faccio così schifo?
mi chiedo ancora cosa brilli in me, di cosa mai io risplenda.
spero solo che non sia uno scherzo della mia mente o una lampadina fulminata.
che questa luce non sia l'insegna di un neon di uno scadente night club.
come se io non fossi mai esistito e incapace di provare sentimenti.
spesso io stesso vorrei ma, mi spiace, sono umano, sono vivo e a dispetto di tutto, posso amare.
sì, penso davvero di potercela fare.

martedì 30 aprile 2013

Piccole cose che mi stanno sul culo (...) e gif frnk

Ultimamente ho notato che mi da sempre più fastidio l'aria aperta e le cose pulite in modo eccessivo. 
Non so perché.
Nel primo caso mi fa male la testa e mi viene da vomitare e nel secondo ancora peggio, per non parlare che ci si mette anche il naso.
Una delle possibili ipotesi avanzate da chi mi conosce è che il pulito negli spazi è dovuto appunto, dai detersivi, disinfettanti ecc... che uccidono? Batteri. Essendo io, un virus, un batterio, fanno male anche a me. E che quindi, tenendomi troppo a lungo dentro Euronics di Termini, rischio davvero di sciogliermi. 
Per non parlare del sole. Dio. Che fastidio che mi da! Mi riempio di chiazze e macchie in pochissimo tempo, sono costretta a camminare all'ombra dei palazzi, oltre a non potermi mai mettere solo una t-shirt senza un giacchetto a maniche lunghe. Uguale per le gonne. Sempre calze oppure pantacalze o leggings. 
Quindi ecco qualche altra cosa su di me:
- Non mi trovo affatto a mio agio negli spazi aperti.
- Mi fa irritazione al cervello la roba asettica.
- Odio la luce solare- la luce in generale.
Il motivo delle cose asettiche è che... per me, gli odori sono anche ricordi. 
Mi trovo decisamente a mio agio in un posto piccolo, con luci molto molto basse, magari senza finestre oppure se ci sono, chiuse con tanto di tende e persiane ben serrate.

Ora passiamo a qualche gif di frnk <3.
Photo - live. Dio. Ecco perché mi sono... boh, mi affascina da sempre. L'intensità che ha sempre messo nel farlo. Nel fare musica. Nel suonare. Cazzo, è NATO per essere LI.
Photo - in questa gif non so... sembra si può leggere qualcosa, in quegli occhi. qualcosa di non molto piacevole.
Photo - la preparazione per l'ambientazione di NaNaNa *-*
Photo - ... sarò anche ripetitiva ma davvero Gee, penso che Frank stia cercando di dirti qualcosa...
Photo - Letterman Show o come cazzo si scrive... diomio, Revenge! 
Photo - *sospira incantata e con sorriso felice*
Photo - frnk, tu non lo sai, ma quando io vedo questo tipo di cose muoio ogni volta un poco. Ed è bellissimo.
Photo - questo sorriso, che ha fatto perdere la testa a tante di quelle persone...
Photo - ahahah i'm not okay <3
Photo - sicuramente l'ho già messa da qualche parte però cazzo... dai...
Photo - Pelle. Sopracciglia. Naso. Occhi. Bocca. Denti. Lingua. Guance. Mandibola. Collo. Sudore. Tatuaggi. Capelli--- è.troppo.

Ma, nonostante tutto... sorrido sempre, quando lo vedo. E come potrei non farlo?

mercoledì 10 aprile 2013

gee...

"C’è stato un periodo in cui avevo l’abitudine di tagliarmi, ma sono riuscito ad andare oltre quel brutto periodo. Voglio dire alle persone che hanno dei problemi che questo non è il modo giusto di risolvere i problemi. È una facile via di fuga, ma non è comunque la strada giusta."
-Gerard Way

Una viso così, e quegli occhi, quella mente... ne hanno viste, sentite e pensate tante. non sempre in positivo, non sempre cose belle. ma appunto per questo, tutto ciò che ha sempre voluto, è che noi capissimo questo. 
Tutto quello che ha sempre desiderato è che noi, noi che lo ascoltiamo, noi che diciamo di sentirci capiti... capissimo, appunto, che non ne vale mai la pena, di farsi del male da soli, sotto ogni punto di vista. Ha fatto qualcosa che non doveva... più di una cosa, più di una volta, e per questo motivo, lui capisce cosa si prova, come ci si sente in certi casi, sotto certi aspetti. Sa cosa vuol dire sentirsi esclusi, derisi, soli, orribili... e con la mente fottutamente incasinata. 
Penso davvero che sia impossibile restare indifferenti alle sue parole, sopratutto se sai quello che ha passato. E ripensandoci, ripensando a come era la sua vita anni fa.. lui è davvero la prova vivente che non importa quanto le cose possano andare male: miglioreranno. E lui, che si dava del pessimo da solo, con estrema certezza eppure sempre con speranza di far arrivare il suo messaggio... oggi, beh, guardatelo: è stupendo. E' stupendo nel senso che ha capito. Lo vedi dal suo sorriso. 
Ed io non capisco, davvero, non capisco tutti quelle che dicono, ancora, che lui è orribile, in ogni senso possibile. Ma forse è semplicemente perché non hanno tempo per fermarsi e ascoltarlo. Io invece l'ho avuto ed ho imparato tanto, davvero tanto. Da lui, dai MCR. Mi hanno fatto capire cose di me solo ora, anche di me come ero anni fa. E... non mi sono mai sentita... sola. Non lo sono mai stata, perché oltre a loro, ho capito che ci sono anche altre persone attorno a me, che non è vero che sono abbandonata, che nessuno piangerebbe la mia morte... si tratta solo... di avere tempo per rendersene conto. Mi ha fatto capito la speranza, l'amore e tutto quello che può creare una mente, seguendo il proprio sogno.
Ecco perché non mi sento abbandonata. Perché... dirlo, sentirlo... sarebbe come dire che per tutto questo tempo ho mentito, quando invece, non è affatto così. Perché ho capito.
Così come mi è chiaro il fatto che tutto quello che sento mi è impossibile esprimerlo così, a... parole, in chiacchiere. Mi perderei da sola. Già lo faccio nella mia testa... no. Intendo mettere tutto in quello che disegno, in quello che scrivo. Nella speranza di far arrivare il mio messaggio. Quindi... l'interruttore magari si è anche già attivato, ma è okay, perché so come stare bene anche quando sto male, perché nessuno vuole stare male, no? Per quanto l'uomo sia più suicida di quel che si possa pensare, abbiamo troppa speranza, amiamo troppo, vogliamo troppo la felicità e l'amore, per inseguire qualcosa che sappiamo, ci fa male. Magari sì, lo facciamo ma alla fine, capiamo che non ne vale la pena. E allora smettiamo di farci del male e iniziamo a capire che ci siamo sempre amati.

domenica 31 marzo 2013

-cit 2



Mangi, sei grasso. Non mangi, sei pazzo. Bevi, sei un alcolizzato. Non bevi, sei una femminuccia. Leggi, sei un secchione. Non leggi, sei uno stupido. Riveli un segreto, stai cercando attenzione. Non lo riveli, la stai cercando comunque. Ti fidi di qualcuno, sei facile. Non ti fidi, sei troppo chiuso. Fumi, pensi di essere figo. Non fumi, sei uno sfigato. Fai sesso, sei una troia. Non fai sesso, sei frigida. Ti trucchi, sei una puttana. Non ti trucchi, sei brutta. Non andrai mai bene a tutti. mai.

venerdì 29 marzo 2013

-cit




"Fondamentalmente vorrei che mi amassi. Vorrei che avessi bisogno di me. Vorrei che sapessi che quando dico due zollette di zucchero, intendo tre. Vorrei che senza di me il tuo cuore si spezzasse. Vorrei che senza di me passassi tutta la notte sveglio. Vorrei che senza di me non riuscissi a mangiare. Vorrei essere l'ultima cosa a cui pensi prima di andare a dormire."