mercoledì 26 novembre 2014

tra caffè e musica, informo che sono viva




Sto sviluppando un progetto con dei miei amici e… ho sempre sognato di poter lavorare in qualche modo con loro. Insomma, per tre anni (anno più, anno meno…) ci siamo sostenuti, aiutati e… abbiamo visto come ognuno di noi sia migliorato sempre di più. Una delle cose che adoravo- e che adoro tutt’ora, è che, ecco… capivamo dal lavoro chi lo aveva fatto, non c’era bisogno del nome scritto. Siamo questi ragazzi e abbiamo stili così diversi… credo che sia un grosso punto a nostro favore.

Continuo comunque a scrivere. Non riesco a non scrivere.
Presente quando dicono che ognuno ha il proprio modo per sfogarsi? Ecco, non ho mai sentito il bisogno di uno sfogo… fisico, ecco. Forse anche perché non ho mai avuto un particolare interesse per lo sport. Riesco solo a trovarmi più a mio agio con carta e penna. Solo questo.
Tuttavia, questo comporta anche il fattore di mh tempo, perché spesso mi rendo conto di qualcosa solo rileggendo un mio testo scritto dopo uno ma anche due anni e dico “oh cazzo!” cose a cui prima non avevo fatto caso, non me n’ero accorta… ho trovato il mio modo per stare bene, e non smetterò di usarlo.
Perché le cose fanno meno male, quando me le metto davanti.
Cerco anche di trovare il modo migliore per portare avanti la cazzo di serie di storie iniziata anni fa. Ne sono davvero soddisfatta, perché è una di quelle cose che ho sempre desiderato fare. In più è mh una terapia. Mi fa piacere ricevere aiuto per migliorare per quanto riguarda la grammatica e cose di questo tipo, mi fa piacere leggere di chi apprezza e mi dice cosa la storia gli trasmette ma… beh… io scrivo per me. Non credo che sia una buona cosa, scrivere per far contento qualcuno, si scrive per cercare anche di trasmettersi da soli, qualcosa. Okay, sì, poi lo rendi disponibile anche ad altri, ad un pubblico, e… è okay, per ogni motivo lo si faccia, è okay.
Non so tutti i motivi che possono spingere le persone a pubblicare qualcosa di magari davvero personale, posso solo parlare per me e intuire o immaginare il resto.
Scrivo per me, per capire qualcosa, per… per divertirmi, per arrabbiarmi, per riflettere. E se lo rendo pubblico, è perché mi espongo totalmente, voglio questo perché per cercare di dire qualcosa devi prima farti del male dentro per ricordare e speri solo che qualcuno che non conosci, dopo aver letto ciò che hai scritto, non si senta più così solo- anche se per pochi minuti.
Stesso discorso per quanto riguarda il disegnare.

E visto che ho parlato di testi scritti, tanto per, metto il link dell’ultima storia a quattro capitoli che ho pubblicato.
“Spaceboy” è una di quelle storie, e lo dico anche dello spazio autrice, nata senza pretese e che vuole essere solo un passatempo sia da scrivere che da leggere… tutto quello che inizia con questo pensiero finisce dopo parecchie pagine e tanti di quei viaggi mentali che ne esci totalmente rincoglionito, anche se stranamente ti sei capito da solo!
Di tutto questo, devo ringraziare come sempre, la musica e i fumetti.

E sì, sia mai che scrivo cose felici! Forse perché sono troppo ottimista e vedo del positivo dove magari non c’è… credo anche che basti leggere una o due di quella robaccia che scrivo per capire che no, non mi piacciono le cose felici. Sono troppo complessata, per scrivere di cose felici, abbiate pietà <3
Sì, okay, ho il prurito per le storie felici. Non nego di possedere anch’io una parte romantica (da qualche parte) quindi sì, ogni tanto mi piace leggere quelle storie dolci che sanno di fiaba dove il culmine è il bacio.

Spendendo due ultime parole sulla storia If you are… cambiando il finale a questa, si è svelato quello reale per la quarta e ultima storia della serie, per adesso sì, è così.

Ah.
Oggi al supermercato ho incontrato, se così si può dire, perché è stata lei, a trovarmi, una ragazza con una felpa degli Iron Maiden che mi voleva chiedere dove avevo preso il giacchetto di Party Poison <3 ho sentito il forte desiderio di abbracciarla e l’ho fatto. Lei era così dolce e gentile ed entusiasta che mi ha ridato il sorriso in un momento in cui non ce l’avevo.
Mi dispiace solo di essere una scema incapace di comunicare bene e di non aver fatto la sfacciata e averle chiesto almeno il suo Twitter.
Ovunque tu sia, ragazza bionda e bella: Grazie!
Quando mi sono girata e lei se n’era andata… mia madre che aveva visto tutta la scena, si era commossa così tanto che ha pianto.
E sì, ragazza, so cosa intendi… <3

Ridete e mangiate tanta cioccolata
xla