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martedì 20 agosto 2013

fckoff (ho sboccato il bottone)

Dopo tutto quello che è successo quando meno ce l’aspettavamo siamo ancora qui a piangere e delle volte anche a riderci su. Ridere non vuol essere un modo per sottovalutare qualcosa, è solo a libera interpretazione. Una risata cattiva, non è una risata. E spesso possiamo capire male qualcosa e rovinarci tutto quando non ce n’era bisogno… quello che vorrei dire è: capisco cosa si prova. Tutti lo capiamo, no? Ci sentiamo ancora male per questo. E so anche che capita di dire cose per rabbia e per disperazione, perché in quel momento le pensiamo davvero, ma non le sentiamo sul serio… la rabbia è utile a suo modo, ma in genere corrode e basta e fa stare solo dimmerda.
Ognuno sta affrontando da mesi qualcosa come una battaglia dentro se stesso e magari ci restiamo male quando constatiamo che la realtà non è come ce la siamo immaginata. Non accade spesso che il mondo sia come vogliamo noi e da una parte è davvero un bene visto che spesso è difficile riuscire a capire cosa si vuole nel vero senso della parola e, insomma, quante volte ci è capitato di essere stati capiti male? Quante volte qualcuno che dice di conoscerci oppure che non ci conosce affatto, si è costruito un’immagine totalmente per cazzi propri di noi? Non dico che siamo un’entità sola, perché non credo che siamo personaggi piatti, credo invece che siamo anime piene di passione e di talento e che abbiamo molto da dire… mh, per questo sono dell’idea che… siamo sì, una persona- ciascuno di noi lo è, ma non siamo singola. Nel senso… ognuno di noi è una persona con mille sfumature che possono essere di ogni genere. Abbiamo colori accesi, colori scuri, in due dimensioni e in occhiali 3D. Reagiamo alle cose in modo diverso, a seconda della situazione davanti a noi e anche a seconda di come ci sentiamo, non si tratta di cuore o di mente. Si tratta di anima.
Ci capita di sentire delle cose che ci feriscono, a priori. Non importa di che umore sei e cosa tu stia facendo. Ci resti dimmerda. E assieme, ti accorgi che senti anche dell’affetto- o qualcosa del genere comunque. Ecco, appunto. Parlando di sfumature dico esattamente questo. Non si può essere soli, non si può non provare tante di quell’emozioni da far venire la nausea! Lo sappiamo da soli.
Siamo anche a conoscenza che non possiamo aprire bocca che c’è subito il rischio di essere fraintesi, solo che delle volte mandiamo a fanculo chi potrebbe non afferrare bene il concetto di quello che siamo andando a dire e allora diciamo effettivamente quello che vogliamo dire. E anche se c’è qualcuno che ancora non afferrerà appieno beh, col tempo lo farà, altrimenti non sa davvero cosa si perde…
Ci sentiamo feriti e arrabbiati, delle volte siamo così disperati che scoppiamo a piangere senza un apparente motivo. Ma se solo dovessimo concentrarci per provare a darci un nome e una logica… allora sarebbe davvero peggio, e noi non ci vogliamo così male. Ci basta e avanza quello che sentiamo di provare in quell’apparente non-motivo. Tuttavia… ci sono stati anche attimi, in cui ci siamo sentiti come se nulla al mondo potesse ferirci, il fatto che poi sia successo una o dieci volte non fa differenza, vuol solo dire che siamo vivi, ridere e piangere fa parte della vita, perché se è già successo di essere felici per una cosa piccola o per una cosa grande… credo davvero che possa risuccedere. Come c’è di peggio, c’è anche di meglio e se oggi piangiamo e siamo incazzati, nulla toglie che domani ci ritroveremo a sorridere. Può succedere di tutto in così poco tempo che è difficile tenere il passo. Basta anche mh, non so, basta che ci premuriamo di seguire quello che sentiamo sia la strada giusta per noi stessi, quello che ci fa stare bene. Nulla può impedirci di andare avanti, sapete? Nulla al mondo può, sotto ogni aspetto e per troppo tempo, impedirci di essere felici.
La musica. I My Chemical Romance… mi hanno dato così tanto che è davvero difficile da esprimere a parole quanto effettivamente abbiano rappresentato per me. Sono sempre stati più di una band, le idee non muoiono mai, anche se non ce l’hai più oppure se fa parte di quella che è stata un tempo la tua vita. Un’idea non può morire, può solo nascere ed esserci. Ma non può morire.
Come band e come persone in se per se, mi hanno fatto capire così tante cose che prima non ne afferravo bene il significato, oppure che sapevo ma che non credevo fosse possibile, o… o ancora che, e qui mi viene da sorridere, per quanto io fossi confusa da me e al mondo… mi hanno detto le stesse cose che ho sempre pensato… e al tempo stesso, non mi hanno fatta sentire sola.
Ho uno strano rapporto con la realtà e nel ricordare gli eventi, soprattutto quelli particolari. Ecco perché non riesco ancora bene a dire esattamente cosa ho provato il giorno che mi è stato detto dello scioglimento, per messaggio. Poi quando l’ho visto sul sito ufficiale… è stato… mh… ecco, devo ancora capire bene. Guardavo quelle parole e non le capivo. Non perché in inglese, no. Potevano essere anche i disegnini dell’Ikea. Non li avrei mai capiti. Ma pure se erano le opere dell’uomo delle caverne… non avrebbe fatto differenza. Ricordo che mia madre ha fatto una delle sue battute poco gentili, e ricordo che mi è scesa solo una lacrima e che la guardavo sul pc portatile e che ancora non capivo. Non so bene come reagisce il mio cervello. Da quello che ho capito, chiude i battenti e le persiane e mette un cartello con su scritto “lavori in corso”. Dopo mesi, quel cartello è ancora lì. Solo che l’ho mandato a fanculo e ho riaperto il mio cervello, facendo entrare altre notizie e penso che ho fatto bene, perché se non lo avessi fatto, a quest’ora non avrei capito tante cose. Perché sapete… anche con il loro scioglimento, mi hanno insegnato qualcosa. E non che anche le cose belle finiscono, questo lo so da anni, lo sappiamo tutti, è una di quelle cose che si sanno e basta senza che nessuno ce le dica o che le leggiamo da nessuna parte. Quello che mi hanno trasmesso è un altro aggroviglio di sensazioni e di emozioni che sto ancora cercando di venirne a capo. Come quando ti s’incastrano i capelli nel culo del phon. Ecco. Sì. Si potrebbe dire questo per spiegare come mi sono sentita. Tutto al solito, come quando ti lavi i capelli e ti comporti con naturalezza, poi all’improvviso neanche te ne accorgi e quel bastardo di un phon si è mangiato i tuoi capelli. Come ti senti? Ti fa male, sei incazzato, infastidito. Appena riesci a liberarti scaraventi via tutto, e mentre cerchi di sciogliere i noti l’incazzatura verso il phon la trasferisci a te stessa. Vorresti lasciarti i capelli così, pensi di tagliarli subito così alla cazzo anche se sai che poi non ti piacerà il risultato. Sei libera di fare quello che vuoi. Anche prendere il pettine e picchiarti la testa finché non stacca. Ma è okay, perché stai reagendo. Io in genere uso la spazzola e le dita, cercando di capire, anche se non vedo bene. E penso che ho usato la stessa tecnica per tutta questa storia. Per tutto quello che ha sempre riguardato loro.
Non mi sono mai sentita tradita o ferita. L’unica cosa che volevo era capire. Ma dall’altra parte, sentivo che non mi dovevano nulla loro, a me. Avrei ascoltato e avrei cercato di capire qualunque cosa… era il silenzio che mi stata torturando. E come molti, non ho creduto ad una sola parola di quello scritto sul loro sito ufficiale. Fanculo anche le riviste! La sera stessa della notizia, ho spento il telefono, non ne potevo più di leggere parole di persone così distrutte e confuse, visto che mi sentivo un po’ come anche io distrutta e confusa. Più che altro… mi da fastidio leggere determinate cose. Tutti abbiamo quel qualcosa che ci fa scattare la molla nel cervello, no? Ma capivo anche che erano solo persone ferite e che si sono ritrovate senza terra e cielo su cui camminare e in cui respirare. Ho riacceso il cellulare e continuato a leggere quello che veniva scritto. Mi è rimasta impressa la foto del diario di una ragazza… con sopra la frase sopra di Famous Last Words… che chiedeva cosa ci avrebbe fatto, da quel momento in poi, del suo diario. Non ho resistito e le ho scritto. Le ho detto di fare quello che lei stessa aveva scritto. Continuare a vivere. Perché io sono assolutamente certa della forza che c’è in ognuno di noi e so per certo che ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato di non farcela, per tutti gli anni che abbiamo vissuto, eppure siamo ancora qui. Ogni volta abbiamo detto “questa volta non ce la farò”… poi siamo tornati a sorridere. Succede di stare male, ma sappiamo anche che possiamo e sappiamo essere felici. Non so quella ragazza di dove sia e cosa sta facendo adesso, ma so che è forte. Lo siamo tutti.
Poi è arrivata la lettera di Gerard. E il cartello rotto nel mio cervello aspettava solo quello. Perché tutti noi sapevamo che non poteva essere finita così. Dopo tutto quello che è stato… sapevamo, nonostante tutto, che non sarebbero spariti così. Non ci credevamo ancora. E aspettavamo. Avremo creduto solo alle loro parole. Ci aspettavamo Frank. Che sarebbe stato lui a parlare per primo. Invece fu Mikey. Però a noi non bastava, egoisticamente e giustamente, non ci bastava. Ed ecco la lettera di Gerard. Ci si scorda troppo spesso delle cose belle, ma è normale, non lo si fa apposta, la storia stessa dell’uomo ci fa capire che si è più portati, per ironia, a ricordare un gesto negativo che non uno positivo. Ne basta uno del primo, per cancellarne dieci del secondo. E sta proprio qui, che entriamo in gioco noi. Ci sono momenti in cui i nostri mostri tornano per mangiarci, questi stronzi, noi li conosciamo e sappiamo di cosa sono capaci di fare e di farci fare… ma sappiamo anche se, se sono tornati, vuol dire che prima se n’erano andati, e che quindi… c’è un modo per cacciarli. Vuol dire che c’è un modo per essere felici, e non sempre sta a significare che altri devono soffrire per noi, vuol solo significare che c’è questa possibilità: la felicità. E quei mostri… torneranno sempre, ci proveranno sempre… ma possiamo sconfiggerli.
Per questo capita di… mh, interpretare, in modo poco carino, qualcosa che viene detto da Gerard. Vuoi per il tono, vuoi per la situazione o vuoi per il pensiero che uno può avere verso di lui… dopo tutto quello che ha fatto e che detto, non può essere tutto spazzato via solo perché non ci va giù qualcosa che dice o che fa. E’ un eroe e un essere umano, e con le sue canzoni ce lo ha fatto capire appieno. Sto parlando di quella persona che non ci ha mai fatto sentire sole, che c’è sempre stata per tenderci la mano e per non lasciarla mai quando ne abbiamo avuto un bisogno disperato. Mi riferivo a questo, quando all’inizio parlavo d’idee verso una persona che possono non corrispondere a realtà… ma solo perché la persona non è come la sia è immaginata… beh, non vuol dire che sia falsa. Senza dubbio, ci si sente feriti, quando accade, ma questo non vuol dire che si debba smettere di sentire, di capire.
Ogni volta che abbiamo creduto in lui, nei MCR… ci è sempre tornato indietro Amore.
Sciogliendosi non hanno detto che non credono più in quello che fanno. La lettera di Gerard credo abbia mille significati, da quello più chiaro a quello più privato, esattamente come lo sono sempre state le sue canzoni… ha avuto paura… ha provato ad andare avanti e ha capito ciò che stava tornando ad essere ed è vero… è vero, tutto questo è già accaduto. Alla fine della Parata. Lì avevano un grande bisogno fisico e non di una pausa. Quello che ho sento è… che succede. Succede che passi un fottio di tempo con qualcuno… poi… senti che qualcosa non va più… e allora provi a capire e a cercare di tornare come prima. Funziona. E la vita torna ad essere quella che hai sempre desiderato e va avanti così per un altro fottio di tempo. Arriva un giorno in cui riavverti quelle stesse sensazioni, lo sai in anticipo perché oramai ne conosci i segnali… sai cosa fare e rifai le stesse che hai sempre fatto… solo che questa volta non funzionano. Torni ancora più indietro e risolvere le cose come prima anche se sai che non hanno mai risolto nulla, anzi… sei sempre più spaventato e non sai più che cazzo fare, se prendere la situazione in mano oppure continuare così. Non sai che posizione assumere, come reagire e non sa neanche se reagire, perché sai perfettamente che ad ogni tua minima mossa, crolla qualcosa attorno a te e tu senti che hai bisogno di questo qualcosa, che con questo qualcosa vi siete sorretti per anni. A… a differenza della prima volta e… di altre volte, in altre situazioni e con altri perché… capisci che devi fare qualcosa. E allora ritocchi il fondo in modo diverso, ritrovandosi a pensare quello che definisci un pensiero dell’essere maturo, diverso da prima. Sai la merda che si scatenerà, ma lo fai. Non ti nascondi e neanche hai mai pensato di farlo, perché vuoi far capire le tue ragioni e ciò che ti ha spinto a farlo e pensi che l’Amore arriverà a chi sicuramente capirà. Perché senti che qualcosa è cambiato… e che va bene anche così. E ti svegli un giorno realizzando che da tempo le cose stavano mutando, diventando quello che senti adesso… ti svegli un giorno e solo quel giorno realizzi che ciò che ti ha sempre tenuto in vita, non lo fa più. Non più come hai sempre sentito o come vorresti sentire. Quando… ti crollano le certezze, crolli anche tu.
Non è stata colpa di nessuno, non può essere colpa di nessuno in alcun modo. Perché delle volte… le cose mutano in altro. E tu te ne rendi conto solo quando il vuoto è così evidente che non sai come riempirlo. E l’ossigeno non basta. Perché non pensavi di campare con quello, ma d’altro. Finché non ti abitui all’idea… ci stai dimmerda ma… alla fine ci costringi a trovarne i lati positivi. Nonostante tutto. E anche se non tutti capiranno e vedranno questi lati positivi… servo a te per sopravvivere.
La parola che più di tutte, io ho atteso col cuore in gola, è stata quella di Frank. Ho letto in giro che c’è anche chi l’aveva accusato per essere la causa dello scioglimento della band. Inutile dire che, chi ha pensato e chi ci crede tutt’ora… non capisco davvero perché dicono di essere fan dei MCR… vuol dire non aver capito assolutamente nulla. Frank è sempre stato il fan numero uno, dei My Chemical Romance, cazzo! Tanto che, quando sentiva qualcuno dire a loro “sono il vostro fan numero uno” lui sorrideva e pensava “cazzate, sono io il loro fan numero uno”. Lui ha dato tutto alla band e per la band.
Quando lui decise di farsi sentire… io non era a casa, quella sera. Ho potuto davvero leggere appieno quello che ha scritto solo una volta tornata. Non ha scritto quello che mi… aspettavo, anche se non mi aspettavo nulla di preciso, a dire il vero. Frank ha sempre fatto l’opposto di quello che io pensavo che facesse… penso che sia una delle tante cose che mi piacciono di lui come persona. I MCR sono sempre stati così… pensi che fanno una cosa, invece fanno l’esatto opposto- oppure ciò che non ti aspetti, hanno sempre fatto così e ne abbiamo mille prove. Di Frank mi ha sempre colpita la passione. Tutta quell’energia che gli è sempre appartenuta e che continua ancora a sprigionare. Ascolto ogni cosa che vuole dire, attraverso gli scritti sul suo sito oppure attraverso le canzoni per i Lea o per i DS. Ha un modo tutto suo per esprimersi, totalmente diverso da Gerard, eppure, in qualcosa modo… simile. Questo perché sono due persone diverse, è normale. E anche se Frank dice che i MCR non torneranno, non vuol dire che non ci crede più o che non ci ha mai creduto o che sia colpa sua. Vuol solo dire che non avrebbe senso sciogliere una band per poi, dopo tre mesi: scusate, eccoci qui. Frank continua a star accanto alla sua famiglia e a fare ciò che ama: musica.
Il primo a parlare direttamente è stato Mikey. Lo stesso Mikey che non parlava quasi mai, ma che è sempre stato la colonna portante dei MCR. La formazione sul palco… Mikey è sempre stato al centro. Le colonne portanti questo fanno, stanno al centro. In più… guardava sempre le spalle a Gerard- come fa tutt’ora. Mentre il fratello era davanti a lui, a proteggerlo. Si sono sempre protetti. C’è anche chi ha detto che era per via di quello che è successo tra lui e Alicia, che i MCR si sono sciolti. Ma, per quanto delle cose improvvise, possono farti sbattere la faccia e farti male… non è sempre così. Le faccende private tra Mikey e Alicia non hanno nulla a che vedere con i MCR. Mikey suona il basso ogni singolo giorno e si è anche dato alla recitazione, mentre Gee cura le sceneggiature degli episodi degli Aquabats e dei costumi di scena. Dopotutto l’hanno sempre detto… se non avessero mai avuto una band, loro due avrebbero comunque fatto qualcosa assieme.
Ray sembrava essersi dileguato. Lui e Christa sono diventati genitori… mi sarebbero davvero piaciuto seguire questo nuovo componente della famiglia Toro, esattamente come B, le gemelle e il piccolo Miles. Ray è un genio. Ray Toro, l’uomo con un piano. La sua dedizione al lavoro che ha sempre portato avanti col sorriso e il suo modo di comunicare, così espansivo, con il suo gesticolare… ti mette davvero a tuo agio. Quando vedi lui e Gerard nei momenti in cui componevano i pezzi demo, resti in silenzio ad ammirarli. È stato Ray, a cercare sempre di spingere Gerard a darsi una ripulita, a modo suo e con le proprie parole. È stato sempre Ray a dire a Gerard che forse aveva solo bisogno di una lunga pausa da tutto quello, dalla Parade e da quello che li aveva portati ad essere. Persone come Ray, non dovrebbero mai smettere di continuare a fare quello che esce loro meglio. Non dovrebbero mai privare il mondo del loro talento e della loro positività.
Sapete chi manca, vero? Manca chi ha vegliato su di loro per molto tempo e che per tutto per percorso di DD, ne abbiamo sentito la mancanza. Sappiamo che i MCR non sono sempre stati quattro, sappiamo anche che inizialmente c’era un batterista diverso, e che nel corso del tempo, è cambiato. Ma per noi, l’unico batterista dei MCR degno di portare questa nomina è Bob… io mi sono spesso ritrovata ad immaginarmelo come Killjoys nella California del 2019, a combattere contro la BLi.
Ogni concerto a cui ha preso parte Bob, Gerard è stato sobrio. Inoltre… non ha mai amato la visibilità. Penso che Bob sia sempre stato l’unico vero batterista dei MCR.
Sono certa che avete letto molti scritti come questo, ma, davvero… non è come parlare di cinque persone che sono dall’altra parte del mondo. Parli con persone che sono tuoi amici, tuoi compagni di vita. Con cui hai passato momenti belli e momenti brutti. Sono come quell’amico che incontri e che ti sembra di conoscere da sempre. Ognuno di loro ti ha insegnato qualcosa e, anche se le cose cambiano, continua ancora a farlo, direttamente e non, volontariamente o meno. Contando che ci sono cose che a distanza di tempo, anche di anni, ancora non capiamo. Perché ci vuole tempo, per le cose. Non tanto. Non poco. Solo… il suo tempo.
Quando è uscito l’articolo su Kerrang! Dedicato ai MCR… io… io leggevo tutte quelle cose e non mi sembrava vero.
Penso davvero che sia impressionante e stupendo, quello che cinque ragazzi sfigati siano riusciti a fare. Restando loro stessi, imparando dalle loro esperienze. Senza mai nascondere ciò che sono, la parte migliore e la parte peggiore di loro stessi. Le stesse cose che ci hanno fatti sentire più vicini a loro. Io sono pienamente consapevole di quello che sono sempre stati e che hanno sempre fatto, non solo per loro stessi, ma anche per noi. Ma… vedere. Sentire… in quanti siamo e che proviamo tutti quei sentimenti così intensi allo stesso modo eppure in maniera distinta per ciascuno di noi… ho detto whoa: incredibile. Hanno ispirato tante di quelle persone nel credere e nell’essere ciò che sono veramente che non puoi non sentirti felice, al pensiero che così tanti hanno ascoltato ciò che per te è così importante.
So- mh, so la faccenda che si è creata per il fattore Frerard. È vero… il tutto ha avuto inizio contro l’omofobia. Perché ci sono persone che disprezzano altre persone solo perché respirano… è sempre stato quello che i MyChem hanno cercato di far capire, di combattere. Perché sanno cosa vuol dire essere trattai dimmerda solo perché esisti e sei te stesso. Non si tratta di gay o etero. La cosa è decisamente più grande di quel che si possa pensare e si estende al di la della sessualità. Fino ad arrivare a chi è razzista, sessista o semplicemente stronzo. Ecco, a tutte queste persone così colme di odio senza ragione d’essere, loro hanno sempre detto di tornarsene a casa. Perché non li volevano. Ma… se tu vai da loro, per una parola, per dire ciò che hai nel cuore… loro non ti butteranno mai in pasto ai leoni. Se vuoi ascoltarli, loro ti parleranno. Facendoti capire. Si tratta solo di avere tempo e voglia di ascoltare e pazienza per capire e riuscire ad afferrare davvero ogni genere di sfumatura.
Per quanto riguarda tutto quello che è nato dal loro modo di fare… oltre l’omofobia e il resto. Beh. Questo la verità effettiva la sanno solo loro due. Noi sappiamo che gli occhi sono lo specchio dell’anima e sappiamo anche riconoscere il vero sentimento e distinguerlo dal resto. Il sentirsi offesi perché Gerard ha detto “chi crede nel Frerard non è un vero fan” non ha senso. Davvero. Per il semplice fatto che suona esattamente come suona la frase “Se sei fan della band solo perché il cantante è cool, allora non sei un vero cantante”. Capite? Mettiamoci ancora una volta nei panni di Gerard. Lo facciamo per le canzoni, perché non anche per queste cose?, penso che siamo tutti felici che abbia trovato Lynz e che sia diventato padre. Penso che tutti amiamo Lynz e B. Come si fa a non amarle? Gee e Lynz sono la prova della speranza. Insomma. Pensiamo un attimo a Gerard… a ciò che ha sofferto. E adesso, guardiamolo ora. Non sorridete anche voi, vedendolo felice con lei?
Lui è abituato a sentirsi dire di tutto, come ogni persona che è in vista, ed è una persona con un suo limite di pazienza come tutti noi. La frase che ha detto, lo dice da sempre, si riferisce esattamente che, chi crede che tutto quello che ha fatto solo per il Frerard e chi li ha sempre seguiti solo per il Frerard… allora non li ha seguiti affatto. La prima volta che li ho visti e non ho problemi a dirlo, è stato in un video del 2007, mentre Frank spingeva la testa di Gerard verso il proprio pacco. Già li conoscevo, ma non li avevo mai visti, solo le canzoni e non facevo che ascoltarle- la storia su come li ho conosciuti è davvero strana e lunga e non sono qui per parlare di questo. Quello che c’è stato tra Frank e Gerard lo sanno solo loro, noi possiamo vederlo dai loro occhi, al di la che vediamo anche tutto quello che sono sempre stati i MCR.
Come sapete, anch’io scrivo Frerard. Anche con questo loro mi hanno insegnato molto. Nuove cose e nuovi modi di poter vedere quelle vecchie. Non per quanto riguarda il razzismo o il sessismo, anzi, per quel che penso: uscite e trombatevi tutti, ma prima assicuratevi le protezioni e di essere single! Perché sappiamo che non importa quello che hai tra le gambe, ma nel cuore. T’innamori di una persona perché è quella persona… così come io mi sono innamorata di loro cinque. Così come mi hanno spinta ad essere più combattiva verso le ingiustizie non solo mie ma che di quelle che vedo vengono fatte ad altre persone. Mi hanno fatto capire un altro lato dell’amore e da come può essere sentivo e percepito. Un altro lato, tra i mille dell’amore. Mi sono anche stati d’esempio… sotto ogni aspetto e modo, in ogni cosa che hanno fatto e che continuano a fare.
Io… continuo a credere. In loro. In me. Nell’Amore e nell’Arte. Credo che torneranno, un giorno, in qualche modo. E credo anche in me e che posso fare qualunque cosa. Posso realizzare i miei sogni, difenderli e provare a far sognare qualche qualcun altro.
So che ho detto molto… è solo una piccola parte però, di quello che sento e che vorrei dire. Ma per ora, ho trovato solo queste parole. Chiedo scusa per i verbi sbagliati e per eventuali errori/orrori grammaticali e stupri alla povera lingua italiana. Sentivo solo il bisogno di scrivere tutto questo, di dirvi, tutto questo.
Grazie per tutto, buona fortuna.


Ridete e mangiate tante cioccolata.

sabato 22 giugno 2013

wtf?

Ho addosso una sensazione che non promette nulla di buono. Questa storta di campanello d’allarme che sta lampeggiando facendo un rumore infernale nella mia testa. Non riesco a farlo tacere. Che cazzo è? Non bastare il rumore esterno? In genere sento altro provenire dalla mia testa, ma questa volta è diverso.
Non so se è ansia. Non sono ansiosa. Non è nervoso o che. Non c’entra nulla che oggi sono tre mesi. Non c’entra il 50/50 o il corvo. No. Nulla di tutto questo.
Non c’entra che mi sento inutile tutto il giorno e che cerco di tenermi impegnata perché mi sembra ancora di avere le tavole da consegnare, quando so che non è così e mi manca, cazzo, mi manca.
Non c’entra la scelta da fare per l’indirizzo dell’anno prossimo. No.
Non c’entra neanche al momento è tutta la sera che efp non mi va. Ho disegnato, sto sentendo musica. Sto bene. O almeno, starò bene.

Vorrei solo capire cosa cazzo mi sta succedendo. Da dove arriva tutto questo.

venerdì 1 marzo 2013

nella mia testa e sicuramente in quella di altri


C’era talmente tanta roba nella mia testa, che il mondo fuori lo sentivo appena. 
Passava come un’ombra, la vita era tutta nei miei pensieri.

E mi sono detta wow, nessun modo per descrivermi meglio. Perché davvero… sono così immersa nella mia testa da non rendermi mai conto di quello che mi circonda. Non è mai stata una cosa a mio vantaggio… non capisco mai nulla.
Non mi sono mai creata un mondo per scappare dalla realtà. Un mondo fatto d’eroi e cose così… certo, sognavo di fare cose… di… poter aiutare qualcuno. E in queste fantasie… non ero io, non era il mio aspetto. Avevo capelli colorati e indossavo un ridicolo vestito e saltavo per i palazzi. Tutto. Per aiutare le persone per qualunque cosa. Ripercorrendo indietro i miei pensieri (la mia vita, quindi)… mi rendo conto che l’unica cosa che ho sempre rincorso è il desiderio di poter far spuntare un sorriso.
Forse perché mi sentivo sbagliata pur non avendo nulla che non sia okay. Per questo, forse incosciamente, volevo che il prossimo sapesse che no, non era un mostro, ma una bella persona. E di non piangere, di non dar soddisfazione a chi fa del male. Perché lo fa solo per divertimento. Quando non c’è nulla di divertente, nel veder piangere qualcuno. Nel far del male gratuito.
Nonostante tutto questo… mi guardavo attorno e non capivo come facessero le persone a sentire così tanto loro stessi. Io non mi sono mai posta particolari quesiti. Per me se una cosa era in un modo era così e basta. Non m’importavano i perché esistenziali e cose così. Forse il motivo… è che associo i perché al voler dare per forza una spiegazione… reale, pratica, come se non ci si fidasse di qualcosa. E io ho sempre fatto a pugni con la realtà. Ma ripeto, non ho mai voluto nascondermi nella mia testa. Semplicemente mi piaceva sognare. Mi piace ancora, sognare.
La realtà, il mondo, la luce… per me erano cose del tutto… sensate. La concretezza per me è sempre stata qualcosa di terribile. Quelle cose che per tutti erano normali, problematiche e ragionevoli… per me erano assurde.
Molto meglio la mia testa, molto meglio il buio. Non ho mai avuto paura del buio… sin da piccola per me il non sapere era qualcosa di prezioso. Perché potevo immaginare quello che voglio, e così il nero, l’assenza di luce in una stanza o in uno spazio aperto per me era un parco giochi. Potevo farne quello che volevo. Mi bastava solo la mia mente.
Mh. Non che io abbia mai avuto tutta questa fantasia. Per intenderci… non è che se mi passi un pezzo di carta io ti tiro fuori un capolavoro di chissà quale portata… butterò li sopra solo quello che voglio. Magari ci scriverò, anche.
Datemi un foglio con una penna, ed io finirò con lo scrivere anche sul tavolo. Perché non ho mai badato molto ai limiti. Penso che abbia a che fare ancora una volta con la mia testa… lì non ci sono limiti… ecco perché sono sempre uscita fuori dai margini.
Datemi un foglio con una penna dicendomi “disegna quello che hai in testa”. Oh. Saresti davvero idiota, nel chiedermi una cosa del genere. Perché non basta un foglio, non basta inchiostro, non esiste alcuna sintesi, immagine, parola, forma… per rappresentare, dire, descrivere, quello che una persona può avere nella propria testa.
Quando mi hanno detto che io sono la punk con i capelli tinti e i tatuaggi, che sono ambigua, abbastanza cogliona anche devo dire, io mi sono domandata: davvero sono così? Mi si può davvero… descrivere, in così poche parole, mi si può davvero etichettare? Al mio solito, casco dalle nuvole. So che si etichetta di continuo cose e persone e sorprendentemente… credevo di non far parte di questa cosa, pur sapendo di esserci anch’io. Una cosa che di certo si capisce, è che se non avessi la testa attaccata al collo, la perderei per strada, e neanche me ne accorgerei. Troppo persa chissà dove anche per capire di non avere più una testa…
Cosa penso? Oh, non lo so. Penso a molte cose… e se mi ci soffermo… mi sento male. Ma credo capiti un poco a tutti, no? Dico: il sorprendersi di pensare certe cose. Roba del tipo “ma che cazzo penso?”. Personalmente, non mi sono mai vergognata di ciò che ho nella testa. Non mi sono mai fatta problemi, anche dei pensieri più strani, anche di quelli più schifosi. Ho semplicemente capito che dentro di sé, si ha un potere incredibile, che non sempre si riesce a gestire. Quindi scrollo le spalle e vado avanti. Ma quando mi soffermo su alcune cose… è la fine. Perché mi fa venire solo voglia di staccarmi la testa. Troppe cose. Davvero.
E ci sono quei momenti in cui mandi tutto a fanculo e vorresti solo piangere e basta. Ti dici che non vali un cazzo. Che il mondo è uno schifo. Che nessuno sentirebbe la tua mancanza, quindi potresti benissimo crepare.
Ma per favore! La verità è che il vittimismo è troppo di moda. Che le smorfie non ci rendono migliori, se non fatte col cuore.
C’è sempre qualcuno a cui mancherai. Nessuno ti ha preso per il culo- caso mai si è preso il giro da solo. E… sì, okay, piangi pure. Tanto tornerai a sorridere. Torniamo sempre a sorridere. Perché vogliamo solo stare bene, vogliamo solo essere felici.
Io… penso che ci capiamo solo vivendo. Che non siamo poi così diversi, tra di noi. Solo che ognuno di noi è speciale a modo suo, capisci cosa voglio dire? Possiamo trovare noi stessi in una canzone, in una città, in un libro, in una storia, in un letto. Ovunque. Ma tanto, alla fine, ci sentiamo come se avessimo sempre saputo dove eravamo, perché tutti noi sappiamo quale è la strada di casa… solo che i pullman non sono mai puntuali.

giovedì 28 febbraio 2013

incazzature. perché non finiscono (quasi) mai


Perché ogni cosa, stai bene, ma stai male perché è colpa mia.
I pregiudizi. No, per favore. Non iniziate anche voi… perché davvero, anche se può sembrare una cosa… banale, alla fine, ne è davvero pieno il mondo. Non faccio neanche la scoperta dell’acqua calda, me ne rendo perfettamente conto. Solo… che davvero, ci sono momenti, giorni in cui ti capisci sempre di più che… il mondo, ne è davvero pieno. E sapete la cosa più DIVERTENTE? La sapete? Che, queste persone, queste cazzo di persone che appena vedono un teschio ti urlano satanista dimmerda, hanno ragione. Alla fine: HANNO RAGIONE! Perché alla fine sei disposto anche a non dire nulla, perché sai che non capirebbero assolutamente nulla di un fottuto anche se spieghi loro le cose! E allora, perché cazzo ancora continuiamo a provare a parlare, con QUESTE persone? PERCHE’? Semplice, perché speriamo che capiscano il nostro punto di vista. Di farle entrare nel nostro mondo… ad avvicinarci a loro. E per cosa?
Prova a far vedere un video musicale ad una di queste persone? Troveranno sempre, sempre, qualcosa per attaccare. Sempre. Perché davvero, a loro interessa solo se puoi sanguinare.
E non so se pensare che, alla fine, sia anche un bene. Massì. Pensateci un poco: se davvero tutti capissero la nostra musica (indipendentemente da quale essa sia) per quanto bella la cosa… siamo comunque… gelosi, delle canzoni, delle parole, delle emozioni, perché le vediamo come qualcosa di davvero personale e se queste persone aprissero gli occhi- magari anche tutte assieme… ne varrebbe la pena? Magari interpreterebbero per il verso sbagliato qualcosa di davvero bello. Visto che già la più bella canzone urlato che è un inno alla morte.
Morte. Morte. Morte. Pensano che c’entri sempre e solo la morte. Che sia sempre questa, a spingerci verso una canzone. Perché? Ma sarà che, in quel ritmo, in quelle parole, troviamo qualcosa di vicino a noi? No. Per loro no. Per loro, a noi piace perché non so… magari durante il video compare un fottuto teschio per un nano secondo. O perché uno della band è un po’ truccato o veste di nero… ehy, non è morto, veste solo così, okay?
Una cosa davvero triste è che magari questi non le stesse persone che, anni fa, pensavano la stessa cosa verso i loro, di genitori. Solo che beh, se ne sono totalmente scordati, di cosa vuol dire essere giovane. Essere giovane vuol dire essere totalmente impotente e sentirsi il padrone del mondo. Ecco cosa significa. Non gliene faccio una colpa, a questi genitori. Anzi, meglio così da una parte, perché è compreso nel pacchetto chiamato vita. Per ogni cosa, c’è il suo tempo. Ed ora, è il nostro.
Quindi, non badate a certe cose, ragazzi, davvero, perché non ne vale la pena. Continuate con quello che vi fa stare bene, veramente bene, okay? Lasciate che le persone parlino. Lasciate che ridano. Lasciate che si credano i migliori mentre vi deridono. Intanto andate avanti, verso il vostro sogno. Finché un giorno, guardandovi attorno a voi, alzerete il medio dicendo: fanculo, ce l’ho fatta.

martedì 8 gennaio 2013

I'm not weak

E’ invitante.
Quella vena a portata di mano.
Fragile;
ti viene voglia di romperle; le cose fragili.
Basta poco, poco.
Veramente poco, per essere liberi.
La fissi.
Sì, è DAVVERO invitante quella vena sensuale come la musica.
Quasi quanto quel taglierino sulla tua scrivania…
Ma non lo faccio.
Non lo farò MAI;
Perché io NON SONO DEBOLE!


Questa è una piccola cosa che ho scritto nel 2008. Strano come, nonostante tutta quella dedizione per l'autodistruzione, in me, questo concetto, sia sempre stato presente.
Penso che dobbiamo ripetercelo tutti i giorni: io non sono debole.

lunedì 7 gennaio 2013

Drugs. Life. Love. Dead.


Ci sono davvero persone che vorrebbero morire ma che, per una cosa o per un'altra, restano qui. E altre che per quanto amino la vita, non crepano mai. Io penso che alla fine hanno solo paura, paura di soffrire, paura di crescere, delle responsabilità. Altrimenti non ci penserebbero due volte ad uccidersi. Poi... c'è chi insegue l'autodistruzione con dedizione cieca. Come ero io. E non c'entra la vita o la morte. Sei... sei un concetto che va oltre queste cose. Perché non ti senti vivo, ma neanche morto. Ti senti costantemente in bilico, non appartiene a niente. Ecco perché ti senti inutile: non sai chi sei, ma prima di tutto COSA sei. Non te le fai neanche queste domande perché non sai neanche come si formulano. Lo sai e basta, che non sei niente, che non vali nulla. 
Ti droghi per poter sentire qualcosa, certo che questa sarà la tua salvezza. E' un modo come un altro per sentirti legato a qualcosa. C'è chi per paura beve, c'è chi si fa nonostante chi ama è morto per lo stesso motivo.
Il punto è che, vogliamo tutti sentire qualcosa e appartenere a qualcosa.

venerdì 28 settembre 2012

speak (?)

Equilibrio - ovvero giustizia nel rapporto che meglio sia spontaneo, altrimenti è tutto a senso unico.
Benessere - inutile dire che, per essere rapporto, si deve stare bene con questa persona.
Fiducia - senza il pensiero di secondi fini e che quando viene detta una cosa, quella è, è la verità. 
Rispetto - non prendersi in giri ed essere sinceri.
Dialogo - so che quando teniamo a qualcosa, abbiamo paura di perderlo, però è importantissimo parlare per evitare fraintendimenti e cose così, il confrontarsi e parlare servono anche per questo.


Questi cinque punti, dal mio punto di vista, sono le basi di un rapporto. Che si parte con l'essere conoscenti, per poi arrivare sino al rapporto, con questa persona, che fa stare bene entrambi. Ovviamente, non per forza il fidanzamento e cose così, eh. 

Poi dipende dalle persone. Ognuno di noi ha un rapporto diverso con ogni persona che conosce. E ogni parla, per quanto possa essere simile a quella detta anche ad altri, per ciascuna persona e sempre verso questa, ha un significato diverso. 
Non credo assolutamente alle scenate a fine di un rapporto interpersonale ed tipo "pensavo che ci tenessi a me" oppure "ma allora mi hai mentito" no, gioia, sei tu che non sai accettare e non vuoi capire, ancora, quello che ti dice l'altra persona e okay, li per lì capiamo che stai scosso ma per favore, per favore, quando ti sarai scazzato da tutto questo, prendi fiato e vai a leccare il culo a quella persona pregando che abbia ancora voglia di star a parlare con te.
Poi, se quella persona vi ha davvero, presi in giro, beh, allora fanculo!
Scusate, ma davvero, certe cose non le sopporto. Per quanto possano fare male, sicuramente hanno un perché- anche se stronzo o inutile, che noi al momento, non siamo in grado di cogliere e capire poiché prima dobbiamo farci chiaro con una lucetta a neon nella testa quello che è successo e poi, con i nostri tempi, capiamo davvero e visualizziamo tutto. Troppo spesso la rabbia, la delusione... e un sacco di altre cose negative, t'impediscono di vedere bene. E occasionalmente, lo fanno anche quelle belle. 
E fanculo pure le mie cazzo di teorie.
La cosa che conta, è cercare il più possibile di chiarire, di parlare. Anche a costo di litigare, se sentite che ne vale la pena, nessuno allora merita di perdere qualcuno a cui tiene per chissà cosa.


Metto qui il link, anzi, due link, di una storie e il suo seguito che mi hanno davvero preso. La storia è sui MCR ed è di Kathy G.

I'll be your detonator e la seconda parte, ancora in corso è Until My Heart Explodes.
Mi piace molto come scrive questa ragazza, a partire dalle "note" che chi scrive può mettere prima e/o a fine capitolo. Ha uno stile diretto. Fluido. Nulla è fatto alla cazzo, ma segue una linea logica. Cioè se due prima sono piccipicci e poi litigano, cazzo, scritto da lei ha un cazzo di senso. Ci arriva con naturalezza sugli eventi, mi spiego? Fa paragoni al momento giusto e quando non serve, non li fa.
E mi piace per una cosa in particolare, tra le tante. Ovviamente non dirò nulla sulla storia, la si deve leggere, non mi va di mandare tutto al cesso questo stupendo lavoro parlando e riassumendo tutto in due parole spicce, perché davvero, merita molto, molto di più.
La cosa che mi piace, quella in particolare, insomma, è che nessun è un santo. Parla che si può provare soddisfazione quando chi ami soffre a bestia perché la zoccola di turno l'ha lasciato perché nella tua testa c'è: cazzo, un'occasione per me! 


Detto questo, domani, finalmente, Romix! E io pensavo di truccarmi ispirandomi alla Revenge. 

E io ora sono tremendamente in fissa con una canzone degli A7X- metto il video ufficiale. Musica, testo, video, storia, voce e tematica e genere sono fottutamente stupende <3.



A Little Piece Of Heaven