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Nuova nascita

(immagine per gentile concessione dello stupendo modifica foto PicMonkey)
Mercoledì? Sì, penso di sì. Mercoledì ero partita con l'idea, la voglia, di scrivere una cosina molto semplice, tranquilla e serena: estate, pomeriggio con sole e un poco di venticello e un gelato e, inutile dirlo, Frank e Gerard. Okay. Però purtroppo non mi veniva nulla e non sono neanche ferrata su canzoni del genere (e passare altre ore a sentire Notte di mezza estate e Gelato al cioccolato no, grazie) e compreso quello e il fatto che non mi usciva proprio un bel niente, ho lasciato perdere. Uguale giovedì. Venerdì... ecco, venerdì è stato il giorno adatto. Sì... mi sono ritrovata al secondo capito e neanche io sapevo bene il perché. Però mi piacevo i tempi che stavo dando agli eventi; ho preso spunto da un avvenimento realmente accaduto e da lì, mi è partita la mano. Da che doveva essere usa cosetta romantica, è finita col trattare ben altro. Beh, come si suol dire: ogni stronzata è un'intenzione nascosta (nel disegno e sì, anche nella scritta. Nella musica. Arte, comunque). 
Poi ho fatto un mini ragionamento: se oggi cantano We are the kids from yesterday anni fa sono stati We are the kids from tomorrow, no?
Alla fine, è uscita fuori: We are the kids from tomorrow, quattro capitoli di massimo tre pagine ciascuno. 
Ancora non so se farla come storia a sé oppure metterla nella trilogia che sto facendo (di cui un giorno, m'imparerò il nome. Abbiate fede...) ancora prima di Hey You, anche se... mhm, preferirei iniziare con Hey You, a dire il vero. Magari, come ho deciso senza arrovellarmi il mio povero cervello: la metto come una sorta di spin off alla fine. 
La domanda è: riuscirò a resistere a non pubblicarla? (contando che la trilogia prima voglio concluderla e poi postarla...).

Ps: quasi quasi, faccio un elenco di storie che mi hanno colpito, con tanto di link, ovvio. Eh, a trovare il tempo...

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You were there for those reasons uncounted,  Through all trials by me you did stand.  I was difficult, silent, and stubborn,  And I wish I could now reach your hand.    I am glad you respect my decision  Although there was no decision to me  There were none left but old friends and children  And I could not let their deaths weigh on me.    I am hurt by your tears but I see they must fall.  I cannot take your sorrow away.  But grieve not for my loss,  For the choice was my own,  And we must all face death in our own way.    So farewell, my t’hy’la, my captain,  Though I shall never be far from your side.  I will remember and cherish the friendship  That I always found there in your eyes.